Noleggio a lungo termine: flotta oltre 1,3 milioni in Italia - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:09

Noleggio a lungo termine: flotta oltre 1,3 milioni in Italia

Nei primi sei mesi 2025 il parco del noleggio a lungo termine tocca 1.327.000 veicoli (+3%): crescono aziende e PA, 165mila privati e P.IVA preferiscono canone fisso e zero burocrazia.

di Giovanni Alessi

Nel traffico del mattino, tra badge aziendali e parcheggi a tempo, il noleggio a lungo termine racconta in modo silenzioso come sta cambiando l’auto degli italiani.

Non più un bene da possedere a tutti i costi, ma un servizio da usare con prevedibilità di spesa. Nei primi sei mesi del 2025 la flotta complessiva ha raggiunto 1.327.000 veicoli, in crescita del 3% rispetto a dicembre 2024: oltre 40mila nuovi driver hanno scelto di voltare pagina, lasciando la proprietà per un modello più flessibile, sostenibile e, soprattutto, “senza pensieri”. È la fotografia scattata da ANIASA, l’associazione di Confindustria che rappresenta i servizi di mobilità, nella sua analisi semestrale sugli utilizzatori del long term.

A trainare è il mondo B2B. Le aziende superano la soglia simbolica del milione di auto noleggiate: 1.045.912 veicoli, pari a un +4,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente. È un segnale di fiducia in un contesto macro incerto: il canone fisso protegge da listini in aumento e tassi volatili, riduce il rischio sul valore residuo e libera risorse gestionali. Anche le Pubbliche Amministrazioni consolidano: oltre 116mila mezzi in flotta, con una domanda sempre più orientata a efficienza, tracciabilità dei costi e rinnovo programmato. Nella fascia retail la platea di privati e professionisti (partite IVA e codici fiscali) resta ampia: circa 165mila automobilisti, divisi tra 94.240 P.IVA e 71.184 CF, continuano a preferire il long term per evitare manutenzioni impreviste e passaggi burocratici.

Dentro la trasformazione, cambiano anche i motori. Nel parco del noleggio a lungo termine il diesel scende ancora, dal 48% al 44% in un anno (era il 55% nel 2023). Guadagnano spazio le benzina – ora al 13% – e soprattutto le ibride HEV, salite al 30%. Più stabili, ma presenti, le elettriche pure (BEV) al 4% e le plug-in hybrid (PHEV) al 7%. In altre parole, la transizione corre a velocità differenziate: le aziende cercano un equilibrio tra TCO e sostenibilità, mentre i privati puntano su soluzioni che non cambino le abitudini ma riducano costi e incertezze.

Il quadro che emerge dall’analisi ANIASA è quello di un’Italia dell’auto sempre più orientata all’uso. Sul campo, significa contratti più lunghi quando serve, possibilità di estenderli per navigare l’incertezza, e scelte di alimentazione calibrate sul ciclo reale del veicolo. “I nostri dati confermano la curva di crescita continua delle attività di noleggio a lungo termine,” sottolinea Alberto Viano, presidente ANIASA. “In un momento di forte incertezza congiunturale, di aumento dei listini e di confusione sulle alimentazioni, il long term offre a imprese, privati, partite IVA e PA la certezza di un costo mensile fisso e la libertà dalla complessità della gestione dell’auto, dalle spese impreviste e dalle incognite sulla rivendita.” L’osservatorio registra anche una nuova flessibilità: “Molti utilizzatori estendono i contratti esistenti, anche per gli effetti dell’inasprimento della tassazione sul fringe benefit.” È un adattamento pragmatico, che fa del long term una polizza contro la volatilità.

La richiesta di regole, però, è altrettanto chiara. “Il settore,” ricorda Viano, “è ancora oggi regolamentato da un articolo del Codice della Strada di oltre trent’anni fa (1992) e da fonti disomogenee. Serve una normativa specifica e unitaria, che disciplini in modo stabile immatricolazione, circolazione e fiscalità.” Per un comparto che muove 1,327 milioni di veicoli e una rete capillare di servizi, il salto di qualità normativo non è un dettaglio: significa ridurre i tempi di adozione, spingere la decarbonizzazione reale delle flotte e premiare chi investe in sicurezza, connettività e manutenzione predittiva.

Il successo del long term non è solo un fenomeno statistico: si vede nelle scelte quotidiane. Il responsabile fleet che ottimizza il mix con HEV per la città e PHEV per i percorsi misti; la PA che pianifica gare con indicatori di disponibilitàe servizio; il professionista che passa dal conto economico personale a un canone trasparente che include assicurazione, manutenzione, pneumatici e assistenza. In tutti i casi, il driver non compra l’auto: compra la mobilità. È qui che la logica dell’uso batte quella del possesso, mentre la transizione energetica avanza a piccoli passi, evitando salti nel buio.

Guardando avanti, il 2025 sembra destinato a confermare la tendenza: più aziende sul long term per proteggere i conti, PA in rafforzamento per rinnovare i parchi con criteri di sostenibilità e sicurezza, privati e partite IVA attenti a costo e servizio. Se il diesel arretra e le ibride accelerano, è anche perché il noleggio funziona da cinghia di trasmissione tra offerta e uso reale: mette in strada l’innovazione a ritmo compatibile con la vita delle persone. E mentre la discussione pubblica si concentra su incentivi ed etichette, il settore costruisce giorno per giorno una mobilità prevedibile, che è poi ciò che serve per lavorare, viaggiare, vivere.