Auto e Motori
Stellantis mette in pausa la guida autonoma: il futuro dell’AutoDrive di livello 3 resta incerto
Il colosso automobilistico sospende il sistema AutoDrive di livello 3: pesano i costi e la scarsa domanda. Il confronto con i piani dei concorrenti.



C’è un retrogusto amaro dietro l’annuncio che Stellantis ha deciso di mettere in pausa l’AutoDrive, il suo progetto di guida autonoma di Livello 3.
Una tecnologia che a inizio anno era stata presentata come pronta a debuttare sulle strade europee, ma che oggi si scontra con la realtà di costi altissimi e una domanda ancora troppo limitata. La notizia, riportata da Reuters e confermata da diverse fonti del settore, segna un passo indietro per il gruppo guidato da Carlos Tavares, che negli ultimi anni aveva acceso i riflettori sul software come pilastro strategico della propria crescita.
Ma il mondo della guida autonoma resta un terreno complesso, dove non tutti riescono a mantenere le promesse iniziali. Perché Stellantis frena. Il cuore della decisione è economico e tecnologico allo stesso tempo. Portare a maturità un sistema di livello 3, in grado di gestire l’auto senza intervento umano in determinate condizioni, richiede investimenti miliardari e infrastrutture digitali ancora non pienamente pronte. A ciò si aggiunge un mercato poco ricettivo: i clienti continuano a mostrare diffidenza verso le funzioni più avanzate, preferendo assistenze di livello 2 evoluto, considerate più accessibili e intuitive.
La sospensione non significa cancellazione: Stellantis ha scelto di rimandare, mantenendo la possibilità di riprendere il progetto quando le condizioni industriali e commerciali saranno più favorevoli. Il confronto con i concorrenti. La scelta del gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA non avviene in un vuoto competitivo. Volkswagen, ad esempio, continua a investire sulla guida autonoma, annunciando nuovi sistemi supportati dall’intelligenza artificiale.
Mercedes-Benz ha già ottenuto l’omologazione per l’uso del livello 3 in Germania e in alcuni stati americani, seppure in scenari limitati. Tesla, dal canto suo, prosegue con l’approccio “Full Self Driving”, ma ancora sotto la lente di autorità e consumatori. In questo scenario, Stellantis sembra aver preferito la prudenza: meglio non spingere troppo su un terreno che potrebbe trasformarsi in un pozzo senza fondo, almeno finché il mercato non sarà davvero pronto.
Cosa cambia per gli automobilisti. Per chi guida le auto dei marchi del gruppo – da Peugeot a Jeep, da Fiat a DS – non cambia l’offerta attuale: i sistemi ADAS di livello 2 restano disponibili e sempre più evoluti, con cruise control adattivo, mantenimento di corsia e funzioni semi-autonome utili nel traffico o in autostrada. La grande promessa, quella di potersi “staccare dal volante” in piena sicurezza grazie al livello 3, rimane dunque sospesa.
Ma la mossa di Stellantis mostra anche un dato interessante: la corsa alla guida autonoma non sarà lineare e non tutti i costruttori avranno le stesse tempistiche. Uno stop strategico o un passo indietro? Gli analisti parlano di una scelta strategica. Stellantis, alle prese con ingenti investimenti sull’elettrificazione e sull’ampliamento della gamma software-defined, avrebbe deciso di concentrare risorse su ciò che oggi garantisce ritorni più concreti.
L’AutoDrive potrebbe quindi tornare più avanti, magari con una tecnologia più matura e costi più sostenibili. Per ora, però, la sensazione è che la vera guida autonoma resti ancora lontana, nonostante le ambizioni dei costruttori e le suggestioni di un futuro a portata di clic.