Auto e Motori
Tesla crolla in Europa mentre l’elettrico cresce: cosa sta succedendo?
Le immatricolazioni EV crescono in UE, ma Tesla perde terreno in mercati chiave. Competizione asiatica e modelli datati mettono sotto pressione il colosso americano.


In un momento in cui le vendite di auto elettriche in Europa continuano a crescere, Tesla registra un inatteso crollo in molti mercati strategici del continente.
Un paradosso solo apparente, che racconta le nuove dinamiche di un settore sempre più affollato, competitivo e soggetto a trasformazioni rapide. Se fino a ieri Tesla dominava incontrastata il segmento EV in Europa, oggi si ritrova a difendere la propria posizione da un fronte sempre più agguerrito, composto da costruttori cinesi emergenti e da marchi europei che hanno finalmente iniziato a rispondere con decisione.
Il mercato EV cresce, ma Tesla frena
Secondo gli ultimi dati sulle immatricolazioni in Europa, i veicoli elettrici a batteria (BEV) hanno continuato a guadagnare quota nei primi mesi del 2025, raggiungendo una quota di mercato del 15,3%, in crescita rispetto al 12% di un anno fa. In termini assoluti, sono oltre 558.000 le auto elettriche vendute da gennaio ad aprile nei Paesi dell’UE, con una crescita del +26,4% su base annua.
Tuttavia, in questo contesto espansivo, Tesla perde terreno. I numeri parlano chiaro: se nel 2023 Model Y e Model 3 erano i modelli più venduti in molte nazioni europee, nel 2025 la situazione si è ribaltata. I marchi asiatici – in primis BYD, MG e Hyundai – ma anche Volkswagen, Renault e Stellantis hanno guadagnato terreno, grazie a un mix vincente di prezzi più aggressivi, nuove piattaforme elettriche e incentivi locali mirati.
In Germania, primo mercato europeo per vendite EV, Tesla ha perso oltre il 25% delle immatricolazioni nei primi quattro mesi del 2025, mentre marchi come VW e Hyundai hanno registrato crescite a doppia cifra. Lo stesso trend si osserva in Francia e Italia, dove le vendite di Model 3 sono in forte calo e i clienti sembrano preferire alternative ibride o modelli elettrici più recenti, spesso con un miglior rapporto qualità-prezzo.
Modelli datati, concorrenza agguerrita
Uno dei fattori principali che spiegano il calo di Tesla in Europa è l’anzianità del portafoglio prodotti. La Model 3 è in commercio dal 2017 e, nonostante i restyling, comincia a mostrare i segni del tempo rispetto ai nuovi competitor. Anche la Model Y, lanciata nel 2020, inizia a subire la concorrenza di crossover più freschi, versatili e con una qualità percepita più alta.
Inoltre, la strategia di taglio dei prezzi adottata da Elon Musk nel 2024, se da un lato ha favorito le vendite nel breve termine, oggi mostra i suoi limiti: ha eroso i margini e spinto molti clienti a rimandare l’acquisto, nella speranza di ulteriori ribassi. E nel frattempo, sono arrivate le proposte low cost della concorrenza, come la MG4, la BYD Dolphin o la Renault Mégane E-Tech, che hanno saputo attirare un pubblico giovane, europeo e attento al portafoglio.
Cina ed Europa stringono la morsa
Il fronte competitivo per Tesla non arriva solo dall’interno, ma soprattutto da Est e Ovest. A Est, i brand cinesi si stanno affermando con forza grazie a veicoli ben progettati, tecnologicamente avanzati e venduti a prezzi difficili da pareggiare per Tesla. A Ovest, Volkswagen, BMW, Mercedes e Stellantis hanno completato o stanno per completare la loro transizione verso piattaforme dedicate all’elettrico, con risultati sempre più maturi e convincenti.
L’assenza di modelli compatti nel listino Tesla penalizza inoltre il brand in Europa, dove il segmento B e C è dominante. In molti mercati, le city car elettriche o i piccoli SUV rappresentano oltre il 50% delle vendite EV. Tesla, al momento, non ha nessuna proposta in questi segmenti, lasciando campo libero alla concorrenza.
Problemi industriali e tensioni geopolitiche
A peggiorare la situazione ci sono anche criticità legate alla produzione e al commercio internazionale. La fabbrica di Berlino ha subito rallentamenti dovuti a scioperi, aumenti dei costi energetici e interruzioni nella catena di approvvigionamento. E sullo sfondo pesa la possibile imposizione di dazi europei sulle auto elettriche prodotte in Cina, da cui Tesla importa parte dei propri modelli.
Una situazione che, insieme alla crescente incertezza geopolitica tra Europa, Stati Uniti e Cina, rende il quadro ancora più complesso. Con Elon Musk concentrato su progetti paralleli, da Neuralink a X, il marchio sembra aver perso slancio proprio nel momento in cui il mercato europeo sta raggiungendo la sua fase più calda.
Una transizione che non aspetta nessuno
Tesla ha il merito indiscusso di aver rivoluzionato il modo in cui il mondo guarda all’auto elettrica. Ma la realtà del 2025 è diversa da quella di dieci anni fa: oggi, l’elettrico è un mercato vero, competitivo e popolato da decine di player agguerriti. E in Europa, più che altrove, vincerà chi saprà coniugare tecnologia, accessibilità, estetica e rete di assistenza.
Il prossimo grande test per Tesla sarà rappresentato dal tanto atteso Model 2, il modello compatto low cost che dovrebbe debuttare tra fine 2025 e inizio 2026. Sarà sufficiente per invertire la rotta? Per ora, l’unica certezza è che l’elettrico in Europa cresce, ma Tesla non riesce più a cavalcarlo da sola.