Roma, 26 lug. - (Adnkronos) - I ricavi per i media alla fine del 2020 scendono a 11 miliardi, con una perdita rispetto al 2019 di oltre 1 miliardo, corrispondente a una variazione negativa del 9,5%, in analogia con il generale quadro macroeconomico (con una variazione del Pil pari a -9%). A sottolinearlo il presidente dell'Agcom Giacomo Lasorella introducendo la relazione annuale presentata oggi al Parlamento. I periodici sono il comparto editoriale che ha sofferto di più, con una riduzione della raccolta pubblicitaria pari al 36,6%, seconda solo a forme pubblicitarie come il transit o l’outdoor. I primi tre operatori, (Sky, Rai e Fininvest), canalizzano comunque più dell’80% delle risorse. "La televisione si conferma il mezzo principale per l’acquisizione di informazioni, anche se è sempre più evidente lo spostamento, sempre più rapido, verso le piattaforme online. I dati indicano, inoltre, una progressiva diminuzione nell’uso dei quotidiani e della radio per informarsi" sottolinea Lasorella. "Nonostante la crescita delle audience e del consumo di informazione, rilevato almeno per televisione e Internet, i risultati economici sono fortemente negativi per tutti i mezzi di comunicazione e le analisi mostrano una flessione degli introiti pubblicitari causata sia dalla minore disponibilità di spesa degli inserzionisti sia dall’abbassamento dei prezzi di vendita degli spazi pubblicitari, ad eccezione di quelli dell’online" ha spiegato.
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