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Roma, 23 mag. (Adnkronos) - Potrebbero arrivare fino a 2,5 milioni, in totale, le richieste di finanziamento, coperte da garanzia pubblica, da parte delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva. Entro la fine dell’anno, quando scadranno i termini stabiliti dal decreto 'liquidità', le domande presentate in banca dovrebbero attestarsi, nel dettaglio, tra i 2 e i 2,5 milioni. E' quanto stima la Fabi in un'analisti. Ma l’operazione corre il rischio di penalizzare il Mezzogiorno, favorendo le sole aree settentrionali d’Italia considerato che quasi la metà (47,6%) delle richieste finora presentate è circoscritta ad appena quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il fenomeno interessa una platea potenziale di 5 milioni di pmi e partite Iva: di questi, 1,5 milioni saranno esclusi in partenza dagli strumenti di garanzia, mentre un altro milione potrebbe restare o per mancanza di requisiti o, al contrario, perché provvisto di mezzi finanziari adeguati. Queste le stime elaborate dalla Fabi che ha incrociato i dati sull’andamento dei fascicoli finora ricevuti dagli istituti, relativi ai finanziamenti accompagnati da coperture statali, con le indicazioni raccolte sul territorio e nelle agenzie bancarie. L’analisi dei dati realizzata dalla Fabi rivela pure che oltre il 20% delle domande di prestiti, sia quelli fino a 25.000 euro sia quelli di importo fino a 800.000 euro, è stato presentato in Lombardia: si tratta di quasi 70.000 richieste sul totale di oltre 329.000 dossier, pari a 3,5 miliardi di euro su complessivi 14,9 miliardi; in Calabria, una delle regioni meridionali più in affanno, le istanze sono in tutto 8.264 pari al 2,6% del totale per complessivi 236 milioni. "Alcune banche, per loro convenienze, stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri: il risultato è che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perché chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalità organizzata. Sarebbe interessante conoscere i dati relativi ai tempi di erogazione da parte dei singoli gruppi bancari", commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.





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