(Messina) - Nella richiesta di archiviazione la Procura di Patti (Messina), che ha coordinato l'inchiesta per omicidio e omissioni di atti di ufficio, scrive che la donna avrebbe prima strangolato il figlio e poi si sarebbe tolta la vita lanciandosi dal traliccio, ai piedi del quale è stata trovata nel pomeriggio del 6 agosto. Per suffragare questa ipotesi, il Procuratore capo di Patti Angelo Vittorio Cavallo, ribadisce che la donna aveva seri problemi psicologici, emersi anche dalle intercettazioni telefoniche a ambientali a parenti e amici di Viviana Parisi. Come questa in cui il marito, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere ammette all'amico Tonino che la donna soffriva di manie di persecuzione. Daniele, sempre dalle intercettazione visionate dall'Adnkronos, ribadiva come sua moglie soffrisse di manie di persecuzione, ritenendo di essere inseguita e pedinata, addirittura, da macchine di grossa cilindrata (“…. e invece con l'incidente, là si è cacata di sotto, chissà cosa gli è sembrato, ha pensato chissà ora cosa succede, o magari gli sembrava di essere inseguita. Perché lei mi diceva così, il fatto di essere seguita... che la seguivano con le macchine grosse... per esempio ti vedeva a te che avevi la macchina, che tu hai la X... là... che cazzo è... e a lei gli sembrava che inseguivano a lei se è il caso. Diceva che la inseguivano macchine grosse. … Aveva questa cosa qua. Sì sì. Che la seguivano, che la guardavano… sì, manie di persecuzione. … e si si... si fissava, si fissava...”).
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