Roma, 22 gen. (Adnkronos) - Un granello negli ingranaggi, che rischia di mandare in panne il motore. La mossa è di Matteo Renzi, che figura nella lista dei parlamentari di Italia Viva che firmano un appello per chiedere, paradossalmente, di uscire dalla crisi, con una "soluzione politica di respiro" e, soprattutto, di ragionare insieme per tirarsi fuori dall'angolo in cui l'Italia rischia di cacciarsi. Sottolineando, in un passaggio del loro appello, compattezza: in sintesi, non ci spaccherete. E, almeno per ora, è così, come conferma all'Adnkronos uno dei senatori Iv dati in 'bilico', Leonardo Grimani. Il messaggio dei renziani rimbalza tra gli alleati di governo, arriva dritto a Palazzo Chigi, dove il premier è impegnato in un confronto serrato con le sigle sindacali sul Recovery plan.La sua linea, sostiene chi gli è vicino, non cambierà: il presidente del Consiglio non tornerà a bussare alla porta di Matteo Renzi, a rischio di saltare. Ma se Pd e M5S professano lealtà, la guerra di nervi innescata da Iv inizia registrare frizioni e tentennamenti. "Per Conte è win-win, se vince resta a Palazzo Chigi, se perde lui ne uscirà bene ma il M5S si schianta", ragiona un big pentastellato. C'è chi fa ragionamenti speculari tra i dem ma il Nazareno è fermo sulla linea: allargamento maggioranza o "non temiamo il voto", ribadisce Andrea Martella. La strada dell'Udc, possibile contenitore di un gruppo al Senato, "è chiusissima - assicura all'Adnkronos uno dei pontieri che più si è speso sui centristi - con un macigno sopra. E' stata chiusa male, una frana l'ha bloccata". I contatti con i renziani ci sono. "Ci invitano a far ragionare Conte... Anche perché Iv non si spaccherà e il motivo è semplicissimo: i seggi sono ridotti, nel Pd avrebbero un presente ma non un futuro. Quindi, non tradiranno Renzi". I big grillini si schierano al fianco del premier, nelle chat dei parlamentari la chiamano "la crociata su Conte", ma, complice la paura del ritorno alle urne, non tutti sono pronti a un eventuale sacrificio. Che potrebbe consumarsi già mercoledì, quando le Aula di Camera e Senato voteranno la Relazione sulla giustizia del Guardasigilli Alfonso Bonafede, nel mirino di Renzi come pochi altri.
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