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Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - "Non se ne parla molto, ma in realtà c'è un settore economico gravemente colpito dalla crisi dovuta al coronavirus ed è quello crocieristico. Solo in Sicilia parliamo di un danno che supera i 180-200 milioni di euro. Uno choc per tutto il settore. Una cifra che incide anche sul Pil". A parlare, in una intervista all'Adnkronos, è Pasqualino Monti, il Presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia occidentale. "La situazione non è affatto semplice, come in tutte le attività- spiega Monti - quella crocieristica è un'attività che ha subito, come tante altre, uno choc incredibile. Ha avuto grosse difficoltà a ripartire" perché "tenere ferme le navi ha un costo incredibilmente alto". E aggiunge: "Le costruzioni delle navi non sono state bloccate ma molte compagnie hanno rallentato notevolmente la costruzione, quindi l'intera filiera dei bacini che costruiscono navi da crociera viene duramente colpita"."Poi c'è un fatto - spiega ancora Monti - durante il Covid, con le misure di sicurezza, la crociera è un prodotto vincente. E non ha stagione. Parliamo di navi che portano fino a 6 mila passeggeri e che hanno viaggiato con 1.300 persone affrontando, anche se in perdita, un numero importante di persone".Nel settore "c'è molta preoccupazione, ma c'è anche la speranza che il fenomeno passi nel più breve tempo possibile. E' vero che le più grandi compagnie di crociere stanno dimostrando di tenere botta". Dopo lo stop di dicembre, il Dpcm del 14 gennaio scorso sulle misure di contenimento del contagio da Covid-19 ha dato nuovamente via libera alle crociere. Il decreto, in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo, ha infatti previsto all’articolo 10 che “I servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana possono essere svolti solo nel rispetto delle specifiche linee guida, validate dal Comitato tecnico-scientifico”. I servizi di crociera, come prevede il recente Dpcm, possono essere fruiti solo da coloro che non siano sottoposti al rispetto di misure di sorveglianza sanitaria o a isolamento fiduciario e che non abbiano soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all’imbarco in alcuni Stati o territori (Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Thailandia) ritenuti a rischio e indicati nei vari allegati al decreto.





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