Kingston, 2 mar. - (Adnkronos) - Il cantante e percussionista giamaicano Bunny Wailer, leggenda del reggae, è morto all'età di 73 anni in un ospedale di Kingston, capitale della Giamaica, dove era ricoverato dal luglio scorso dopo che era stato colpito da un ictus. L'annuncio della scomparsa è stato dato "The Jamaica Observer" che cita come fonte il suo manager Maxine Stowe. Cordoglio è stato espresso dal ministro della Cultura giamaicano, Olivia Grange.Il musicista giamaicano era stato membro fondatore nel 1963 della band The Wailers insieme al suo amico d'infanzia Bob Marley e Peter Tosh. E proprio Wailer era il leader dei Wailers, raggiungendo la fama internazionale con classici del reggae come "Simmer Down" e "Stir It Up". Nel 1973 esce "Burnin'", l'ottavo ed ultimo album del gruppo reggae, dopo il quale questi si scioglieranno ed il nome del gruppo sarà cambiato in Bob Marley & the Wailers: contiene alcuni dei brani più famosi del gruppo, come "Get Up, Stand Up", divenuto l'inno di Amnesty International, e "I Shot the Sheriff". Dopo "Burnin'" i Wailers vanno in tour negli Stati Uniti ed in Inghilterra, nonostante Wailer fosse riluttante a lasciare la Giamaica. Con il successo internazionale del gruppo Wailer e Peter Tosh vennero oscurati da Bob Marley. Dopo il tour Bunny lasciò il trio e cominciò la sua carriera solista.Dopo aver lasciato i Wailers, Wailer focalizzò maggiormente la sua produzione sul lato spirituale, cominciando a identificarsi nel movimento rastafari. Registrò brani soprattutto del genere roots reggae, con testi politicamente e religiosamente affiliati al movimento. L'album "Blackheart Man" (1976) è un esempio del suo roots reggae. Ha sperimentato anche altri generi come la disco nell'album "Hook Line & Sinker" (1982). Nel 1990, 1994 e 1996 ha vinto il Grammy Award come Best Reggae Album. Nel 2017 ha ricevuto l'Ordine di merito della Giamaica.
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