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Genova, 12 ago. (Adnkronos) - "A fine settembre, primi di ottobre, consegneremo ai magistrati i risultati dell’inchiesta sul crollo del Ponte; altre tre sono ancora aperte". Lo annuncia in una intervista al magazine online dell’Eurispes il Colonnello Ivan Bixio, Comandante del I Gruppo di Genova della Guardia di Finanza."Una riguarda l’attività di falsificazione di report legati alla sicurezza sui viadotti autostradali - spiega - indagando sul Morandi, su come veniva monitorato e controllato, è emersa un’attività di falsificazione relativa ai controlli su altri viadotti; ne abbiamo contanti almeno una ventina. Queste falsificazioni si traducevano in condotte sia di tipo manipolativo – venivano alterati calcoli e quant’altro – sia di tipo omissivo – vale a dire che venivano attribuiti dei punteggi ai viadotti senza fare dei controlli, oppure omettendone una parte". "Un’altra inchiesta - continua - riguarda il tema delle barriere fonoassorbenti: ci siamo accorti, scavando fra i documenti di Autostrade acquisiti a suo tempo, che vi erano stati nel 2016-2017 dei sinistri legati al cedimento di tali barriere lungo la rete autostradale nelle giornate di vento. Abbiamo rilevato che c’era un difetto di progettazione noto, nonché l’utilizzo, in parte, di materiali non conformi. La società Autostrade ha poi rimosso, su tutta la rete ligure, queste barriere, annullando, sostanzialmente, il rischio di nuovi cedimenti. L’ultima delle quattro inchieste, in ordine di tempo, è quella legata al tema delle gallerie, perché il 31 dicembre vicino Genova, nella galleria Bertè c’è stato un cedimento importante di un pezzo di una volta. Anche qui una delle ipotesi riguarda l’alterazione di alcuni report di verifica rispetto ai controlli effettuati".E ancora, sui tempi di chiusura dell’inchiesta madre, il Colonnello Bixio della Guardia di Finanza sottolinea: "Siamo alla fase finale della stesura di questa corposa analisi e contiamo di depositare tutto dopo l’estate, tra la fine di settembre e i primi di ottobre, comunque prima che scadano le indagini preliminari e comunque prima del secondo incidente probatorio. Abbiamo analisti forensi tecnicamente formati proprio per acquisire correttamente, e in maniera giuridicamente inattaccabile, tutto il materiale informatico e questo riguarda la fase dell’acquisizione, che poi è una fotografia che viene fatta, cristallizzata al momento di quello che è un accesso. Successivamente, ci sono ricerca e analisi, due aspetti molto complessi, perché più è ampia la mole di dati e più diventa difficoltoso trovare quelli che sono gli elementi utili. In questo caso, con la Procura di Genova, è stato acquisito un sistema di analisi vero e proprio che non ha eguali in Italia, in grado di trovare l’ago nel pagliaio". Accanto a questi tipi di analisi tecnologicamente più avanzate rimangono, e lo ricorda lo stesso Colonnello, i sistemi tradizionali, "per cui rispetto ad una email o ad un documento bisogna sempre interrogare il testimone, fare ulteriori riscontri. Ad esempio, sui falsi report sono state fatte delle indagini puramente tecniche – che sono uno strumento classico – e abbiamo fatto indagini sugli smartphone, andando ad analizzare le corrispondenze delle chat su WhatsApp, Telegram e quant’altro. Credo che tutti si aspettino di capire e scoprire che cosa è successo realmente. Se poi la ricostruzione dei fatti ha delle conseguenze da un punto di vista penale, giustamente ci si aspetta giustizia, perché il fatto obiettivamente è gravissimo. Noi, come Polizia Giudiziaria, come Guardia di Finanza, sono due anni che lavoriamo senza sosta a questa inchiesta e devo dire che, oltre agli obblighi giuridici che abbiamo, sentiamo più che mai il dovere di poter dare un contributo ad una questione che è, anche, una questione morale ed etica molto importante".





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