Roma, 14 lug. (Adnkronos) - I risultati dei test Invalsi presentati oggi fanno il paio con i dati diffusi appena qualche giorno fa dall’Istat e confermano come il blocco della didattica in presenza abbia penalizzato soprattutto gli studenti più fragili: i disabili, le ragazze e i ragazzi che provengono da contesti familiari e sociali difficili, quelli che vivono in territori che presentano ritardi a livello di reti informatiche e infrastrutture tecnologiche". Lo scrive il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso sulla sua pagina Facebook ed aggiunge: "In particolare, nelle regioni del Mezzogiorno abbiamo un evidente aumento della dispersione scolastica e un abbassamento dei livelli di competenze raggiunti alla fine dei cicli di studi. Appare di tutta evidenza come sia improponibile un altro anno di didattica a distanza, di isolamento fisico, di incertezze per i nostri ragazzi". "Per settimane - prosegue - ci siamo ritrovati in perfetta solitudine nel sottolineare l’urgenza di gettare delle basi solide per la ripartenza dell’anno scolastico a settembre e la necessità di iniziare a correre per evitare disastri. Non potevamo accettare passivamente l’immobilismo di chi per i nostri ragazzi paventava un clamoroso ritorno alla situazione di dieci mesi fa: distanziamento e mascherine nella migliore delle ipotesi, didattica a distanza per tutti nella peggiore. Stop. Come se non fosse mai iniziata la campagna vaccinale, come se nessuna scuola avesse utilizzato i fondi del ministero dell’Istruzione per acquistare dispositivi di aerazione e sanificazione, come se non fossero stati validati i tamponi salivari per monitorare il rischio del contagio tra gli studenti". "La didattica a distanza va considerata l'ultima risorsa in casi eccezionali, non può essere la regola. Abbiamo alzato la voce ed ecco che, magicamente, qualcosa ha iniziato a muoversi. Chi finora aveva taciuto ha fatto ammenda, riconoscendo la centralità che merita il mondo della scuola nelle azioni dell’Esecutivo e assicurando il massimo impegno per una ripartenza in presenza e in sicurezza. Bene, è un buon inizio. Un inizio, però. Perché i nodi da sciogliere sono tanti e non c’è un minuto da perdere. Noi saremo vigili e faremo sentire il fiato sul collo ai cultori dell’attendismo. Lo dobbiamo - conclude - agli otto milioni di studenti italiani, lo dobbiamo alle loro famiglie".
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