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Milano, 27 mar. (Adnkronos) - Destini 'incrociati' per Ilaria Salis e Gabriele Marchesi, entrambi accusati di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell'11 febbraio 2023, che domani si troveranno davanti ai giudici - in Ungheria lei, lui a Milano - per conoscere il loro futuro giudiziario. Per la maestra 39enne di Monza, detenuta nel carcere ungherese, le cui immagini al guinzaglio sono diventate anche un caso politico, il rientro in Italia resta complicato, mentre i giudici meneghini potrebbero prendere altro tempo per il 23enne militante antifascista su cui pende un mandato di arresto europeo dall'8 novembre scorso e i cui domiciliari possono essere protratti non oltre il 18 maggio. Nell'ultima udienza del 13 febbraio la corte d'Appello di Milano - giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera - avevano rinviato nuovamente la decisione sulla consegna, non più per avere rassicurazioni sulle garanzie delle carceri, ma per sondare l'ipotesi di misure alternative rispetto alle sbarre. Opzione che dalla procura ungherese - Sezione vigilanza indagini avevano respinto sostenendo la "necessità" del carcere per il giovane nei cui confronti "esistono fondati motivi per ritenere che abbia commesso tre volte il tentato reato di lesione personale potenzialmente letale" come "confermato, in particolare, da immagini di telecamere, deposizioni di testimoni, perizie medico-legali sulle lesioni delle vittime, dati pervenuti dalle autorità italiane e prove documentali" si legge nel documento di due pagine firmato il 4 marzo scorso. Per il pubblico ministero ungherese Zita Nagy "la persona ricercata ha commesso il suo atto come membro di un'organizzazione criminale creata per commettere atti violenti contro le persone oggetto del procedimento" e "solo con la sua consegna e arresto sarebbe possibile garantire che lui sia a disposizione delle autorità ungheresi e, in particolare, che sia presente durante gli atti procedurali". Di diverso avviso sia il rappresentante della pubblica accusa a Milano, sia la difesa, rappresentata dagli avvocati Mauro Straini ed Eugenio Losco, che domani ribadiranno la richiesta di non consegnare Marchesi all'Ungheria. "Oltre alla non consegna sotto un duplice aspetto - per le condizioni detentive e sulla violazione del principio di proporzionalità della pena, come già chiesto - va anche rigettata la richiesta per l'inadeguatezza del Mae (mandato di arresto europeo, ndr) e l'assenza di un giusto processo in Ungheria sotto l’aspetto della presunzione di innocenza" le conclusioni dei legali nell'udienza di febbraio a cui aveva partecipato l'indagato.





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