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Per uscire dall'impasse, Draghi al Quirinale e Di Maio-Salvini a Palazzo Chigi
(foto Lapresse)

Quirinale, Draghi unica via d'uscita per i partiti

Centrodestra e centrosinistra devono per forza trovare un accordo per poter eleggere un presidente della Repubblica, nessuno dei due schieramenti può farcela da solo. Ma il centrodestra ha già detto che non voterà i candidati di sinistra e, allo stesso modo, il centrosinistra ha già fatto sapere che non voterà i cinque candidati di Matteo Salvini. Stallo dunque...

Come se ne esce? C'e' un solo modo, a mio avviso, per superare i veti contrapposti e paralizzanti e far  convergere centrodestra e centrosinistra su un candidato condiviso (oltre a un ripescaggio improbabile di Mattarella): si chiama Mario Draghi. Per la ragione molto semplice che centrodestra e centrosinistra lo hanno già votato insieme per Palazzo Chigi, lo sostengono tuttora e non mettono in discussione di voler perseverare in futuro sulla strada dell'unita' nazionale e dell'alleanza di governo.

Sicche' non ha senso proclamarsi alleati sine die per Palazzo Chigi e poi mettersi le dita negli occhi sul Quirinale puntando ciascuno su un proprio candidato, inevitabilmente divisivo, che avrebbe come conseguenza irreparabile di perdere il bruciato Draghi anche a Palazzo Chigi. Ecco perché non ci sono alternative alla promozione di Draghi al Quirinale. Se Salvini accetta, il gioco è fatto.

Quirinale, con Draghi presidente governo Lega-M5S. Di Maio premier e Salvini agli Interni

Rapidamente. Il tema divisivo resterebbe semmai non chi va al Quirinale, bensi chi va al governo al posto di Draghi. E qui potrebbe rinascere un inedito tandem gialloverde Lega-Cinquestelle, i due principali e piu' rappresentativi partiti dell'attuale Parlamento, vincitori delle elezioni 2018. Con Fi e Pd, i perdenti del 2018, in ruoli ancillari, coerentemente con l'ultimo responso elettorale.

Luigi Di Maio, espressione del primo partito e ministro più rappresentativo del governo Draghi, potrebbe assumer il ruolo di premier, della continuità col governo Draghi e dell'unità della maggioranza.

E Matteo Salvini, con la Lega secondo partito in parlamento, nel ruolo di vicepremier e ministro degli Interni. Sarebbe la soluzione politicamente più logica (magari con un dicastero anche per Matteo Renzi). E proprio per questo probabilmente non si verificherà.

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