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Politica
Alemanno rifà Fratelli d’Italia a destra col “Manifesto di Orvieto”
Gianni Alemanno Giorgia Meloni

Alemanno rifà Fratelli d’Italia a destra col “Manifesto di Orvieto”

Il siluro è partito da Orvieto ed era diretto a Mostacciano – Eur a Roma, dove abita Giorgia Meloni. Un siluro cosiddetto “lento” che tra la sua forza evocativa proprio dal procedere costante ma preciso sul bersaglio, terrorizzando la vittima. Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma ed ex esponente storico della cosiddetta “destra sociale” ha preso la mira ed ha sparato nella due – giorni del comitato “Fermare la guerra” di cui è portavoce. Il titolo del forum era significatamene “Forum dell’Indipendenza Italiana”. Il progetto non è peregrino e neppure improvvisato, visto che questo comitato proto – partito è stato fondato già l’altr’anno, subito dopo la vittoria del centro – destra in previsione di quello che sarebbe successo.

La Meloni finora lo teneva d’occhio sul radar, preoccupata il giusto. Ma ora Alemanno fa sul serio e così ha annunciato che in autunno, al cadere delle prime foglie, il forum potrebbe trasformarsi in un partito a meno che… E qui sta il punto. Quella di Alemanno non è una annunciazione fine a se stessa quanto un avvertimento che può avere due risvolti.

Il primo è che la leader di FdI coinvolge Alemanno nel governo in qualche modo, la seconda è che il comitato - partito divenga una spina nel fianco destro di FdI e, parzialmente, anche della Lega. Il meccanismo è semplice e non è certo nato ieri. Quando un partito populista e sovranista come Fratelli d’Italia diventa di governo tutto cambia perché “bisogna governare” e per farlo occorre fare compromessi, di cui il più evidente è quello che la Meloni ha siglato con Joe Biden e gli Usa e più in generale con la Nato.

Alemanno, nella comunicazione finale, ha fatto notare come gli italiani siano stanchi. “Seguono quello che sembra un cambiamento, con Berlusconi, Renzi, Grillo e Salvini e poi si accorgono che nulla è cambiato”. Invece gli elettori chiedono un cambiamento reale. E poi l’affondo: "Gli elettori votano la proposta innovativa che sembra più credibile, poi non vedono nessuna sostanziale novità, rimangono delusi e vanno oltre. Anche Giorgia Meloni corre questo rischio se continuerà nelle sue politiche in continuità con quelle di Mario Draghi, dopo che è stata votata proprio perché era l’unica opposizione a quel governo. Noi rivolgiamo un appello alla premier perché attui una profonda revisione della sua linea politica, prima che tutto ciò accada. Deve portare l’Italia fuori dal conflitto in Ucraina, deve differenziare le sue posizioni da quelle del presidente Biden e della Commissione europea non sprecando le opportunità offerte dalla nuova Via della Seta, deve aprire al salario minimo e trovare un’alternativa credibile al reddito di cittadinanza, deve archiviare la confusa proposta di autonomia differenziata che rischia di spaccare definitivamente il paese".

Per concludere: "Ma se tutto questo non accadrà, in autunno siamo pronti ad occupare quello spazio potenziale del 10% che il sondaggio di Noto ci attribuisce. Oggi abbiamo lanciato il 'Manifesto di Orvieto' su cui raccoglieremo le adesioni e cercheremo di attivare un confronto costruttivo con la politica ufficiale. Ma non ci fermeremo se non troverò risposte adeguate e concrete". La nuova Wagner di destra sta muovendo minacciosamente su Roma. Alemanno sta dicendo alla Meloni che c’è uno spazio di circa il 10% di consenso elettorale lasciato libero per le praterie del populismo sovranista ma non unicamente.

La Wagner di Alemanno muove su Roma

Alemanno sta rivolgendosi non solo al popolo dei no vax e no green pass ma anche ai cattolici che sono contrari alla guerra e alla destra putiniana che ancora esiste ed è appena sopita sotto le ceneri dell’atlantismo della leader del centro – destra. L’attrattiva della destra sociale si fa sentire anche tra gli ex Cinque Stelle che sono da sempre un ambiguo movimento peronista come si è visto nella doppia versione dei governi giallo – verde e giallo – rosso.

Torna l’insegnamento di Pino Rauti e Julius Evola, Isabella Rauti non può essere “atlantista”

Oltretutto sarà anche un derby in famiglia visto che la ex moglie di Gianni Alemanno, Isabella Rauti, sottosegretario alla Difesa e senatrice è pienamente inserita in Fratelli d’Italia. Tuttavia non può più vivere di rendita, ora si trova in una grande contraddizione visto che dell’insegnamento del padre Pino Rauti ha perso la bussola per regalarla all’atlantismo meloniano. Alemanno è stato il delfino di Rauti padre e del suo insegnamento, compreso quello del filosofo ed esoterista Julius Evola e dei Campi Hobbit, dove la stessa Meloni si è formata e che ora pare avere dimenticato. Ma la versione “atlantica” è totalmente incompatibile con questa Weltanschauung, anzi antitetica. La Meloni in questo anno di governo ha cercato di anestetizzare completamente il passato, il suo collegamento al fascismo e con certi valori “elfici”, ma come la Natura aborre il vuoto e lo riempie automaticamente così fa la politica.

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