Una Giorgia Meloni inedita nel nuovo libro di Vespa: "Io e Donald Trump siamo amici. Ecco che cosa apprezza di me" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 09:25

Una Giorgia Meloni inedita nel nuovo libro di Vespa: "Io e Donald Trump siamo amici. Ecco che cosa apprezza di me"

La premier: "Riconoscimento internazionale? Forse perché non faccio la ruota di scorta a Germania e Francia in Europa"

di Marco Santoni

Libro Vespa, Meloni si racconta: dal rapporto con Trump al cambio di strategia con i leader Ue

Giorgia Meloni racconta cose inedite nell'intervista contenuta all'interno dell'ultimo libro di Bruno Vespa uscito ieri e dal titolo emblematico "Finimondo". La premier comincia del suo rapporto con l'Ue: "Allora, mettiamola così: ho una mentalità un po' diversa - spiega - da quella che vedeva come unico ruolo possibile per l’Italia quello di fare lo junior partner di Francia e Germania".

E aggiunge: "La stabilità, sotto questo profilo, è stata fondamentale. Ho incontrato moltissimi primi ministri che mi hanno parlato della difficoltà di fare accordi con l’Italia perché, dopo l’ultimo governo Berlusconi, l’interlocutore cambiava troppo spesso. Qualcuno, prima d’incontrarlo, non ricordava più nemmeno chi fosse il presidente del Consiglio".

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Poi Meloni si sofferma sul suo rapporto speciale che ha con Trump: "Lui dice che sono popolare tra gli americani e popolarissima tra gli italoamericani. Essendo lui un leader molto forte, credo che apprezzi il fatto che non amo la formalità e che gli parlo in maniera molto franca, dicendo quello che penso, perché ritengo che gli amici debbano comportarsi così".

La premier poi esprime preoccupazione per la situazione in Ucraina. "Quella in corso in Ucraina - dice Meloni - non è una guerra "regionale" o un problema soltanto europeo ma è il tentativo di cambiare l’ordine mondiale, sostituendo la forza del diritto con la legge del più forte. Le provocazioni che Putin fa con i droni nei cieli europei sono, di fatto, dei test sulla tenuta dell’Alleanza atlantica, e quindi anche sulla credibilità e la forza degli Stati Uniti nella Nato".

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