Belle ma fragili: la lezione delle primarie - Affaritaliani.it

Politica

Belle ma fragili: la lezione delle primarie

di Silvia Davite

Saranno pure le più belle d'Italia ma restano fragili. Le primarie di Milano. Come fragile e' la vittoria, non tanto di Beppe Sala, quanto piuttosto innanzitutto del Pd milanese.

I dati sull'affluenza complessiva e nei singoli seggi dicono molto.

C'è' un differenziale elevato tra la percezione sondata quest'autunno sul candidato vittorioso alle primarie e la capacità del Pd locale di organizzare quel consenso in partecipazione identitaria.

A Milano esiste un profilo culturale popolare civico ed organizzato autonomo che si esprime indipendentemente da questi partiti. E non è solo quello più moderato.

Ancora i dati dei singoli seggi ci dicono che esistono zone precise in cui l'amministrazione Pisapia non è stata riconosciuta: evidentemente per Sala non tutti gli assessori rappresentano degli ottimi alleati per la corsa verso Palazzo Marino.

C'è un deficit di partecipazione anche nelle periferie, segno evidente che gli abitanti di quei quartieri non si sono sentiti garantiti sufficientemente in questi cinque anni e che un pezzo di elettori che avevano deciso di riconoscersi nel Partito Democratico, oggi ha pensato bene di starsene alla finestra.

Almeno per ora.

C'è un deficit, per esempio, proprio nei singoli seggi laddove erano attesi piani di sviluppo e assistenza ben diversi da quelli immaginati dagli Assessori Castellano prima e Benelli poi, sebbene sia l'Assessore Majorino (e la sua direzione generale) sia l'Assessore Rozza dai lavori pubblici abbiano provato più volte ad intervenire per metterci una pezza.

C'è un deficit di partecipazione a fronte di tutta la partita sul verde urbano e a causa di una concezione urbanistica dirigista e priva di una visione complessiva delle sensibilità metropolitane e del loro accordarsi in una dialettica autonoma da Palazzo Marino (in questo il Sindaco uscente ci ha visto giusto e prima di altri). Non a caso l'ultimo assessore in ordine di tempo, che di ciò non porta la responsabilità, si è ben guardato dal difendere a spada tratta un accordo figlio di quell'impostazione. Popolo che ha a cuore ambiente e salute, borghesia illuminata che aspetta di capire meglio gli attori in gioco, anziani sfrattati dagli orti non per rientrarci all'interno di una visione coerente e sempre più ricercata di verde urbano.

Prima di comporre la squadra il candidato Sala ha bisogno di comprendere fino in fondo i segnali politici che queste primarie gli mandano, anche in termini di capacità organizzativa del suo team; il Pd locale ha bisogno di andare oltre l'auto incensarsi; il centro destra ha bisogno di capire quali linguaggi nella campagna elettorale possano essere più appetibili per la maggioranza dei milanesi.

La partita per Palazzo Marino e' aperta e comunque vada speriamo che questa competizione, a differenza delle primarie, avvicini i cittadini invece di allontanarli.