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Politica
Berlusconi, meglio "presidente emerito". Ecco perché non merita il Quirinale

Quando Berlusconi attaccò Schultz: "Stanno girando un film in Italia sui lager nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò"

Nell'articolo del 2009 "La solitudine del numero uno" si davano alcuni consigli all'allora indiscusso Numero Uno che stava allegramente finendo di rovinare la sua immagine pubblica. Immagine sfregiata irrimediabilmente nella terribile requisitoria che aveva fatto Martin Schultz, nella seduta plenaria del Parlamento europeo, proprio il giorno (2 luglio 2003) in cui il nostro Ercolino Semprinpiedi s'insediava come Presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea.

Un attacco, quello di Schultz, preparato accuratamente, che ha dell'incredibile per durezza. Un'arringa da avvocato accusatore che sembrava ispirato da Di Pietro che veniva anche citato per il consiglio di stare attenti al pericolo che Berlusconi esportasse in Europa i suoi sistemi di corruzione. Un attacco che se fosse stato affidato a un membro meno arcigno, probabilmente, non avrebbe avuto l'effetto dirompente che ebbe, specialmente per la replica dell'accusato.

Schultz che inoltre aveva straripato, tirando in ballo anche il livello intellettuale dei suoi collaboratori (tipo Bossi, non a caso vincitore per ben due anni del poco ambito premio Asino d'oro). La replica di Berlusconi, frastornato, livido e combattivo però con argomenti risibili, ispirò addirittura un film che sfruttò integralmente il suo intervento fuori tema e luogo, completandolo con un perfetto sottofondo musicale di mandolini, ben adeguato al tono patetico delle parole sulle bellezze e la grandezza dell'Italia. E mentre il Berlusca che le aveva buscate, s'infervorava in patetiche esaltazioni dell'Italia, dei monumenti, del Sole, l'assemblea plenaria rideva vistosamente!

A culmine dell'enfasi e della rabbia mal repressa, ecco la frase TOP che fece divampare una crisi-scandalo italo-tedesca per cui, specialmente la stampa estera, parlò di pandemonio scatenato dal Nostro: "Stanno girando un film in Italia sui lager nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò". Frase azzeccatissima, perché a Schultz, mancava solo l'elmetto in testa e mitra e manganello nelle mani, ma che non doveva assolutamente sfuggire in quell'occasione all'impulsivo presidente. Immagini, replica e insulti del Silvio nazionale che aveva aggravato le sue parole quando gli fu intimato di ritirare il Kapò, sostenendo d'aver fatto ironia e che loro non sapevano cosa fosse l'ironia, fecero il giro del mondo.

Berlusconi, il presidente gaffeur

Fu allora che il nostro folkloristico ed estroso Ercolino, toccò il punto più basso nella considerazione internazionale. Uomo fortemente divisivo fin dalla famosa discesa in campo, la sua fama lo vedeva  indicato come il presidente gaffeur, dagli amanti del linguaggio soft e "il puttaniere", dal popolino più rustico e che va dritto al sodo, ma anche, dai denigratori più informati,  il corruttore, il mafioso del nord, l'evasore fiscale (dal primo agosto 2013, a tutt'oggi, vedi Travaglio, che lo definisce in ogni occasione il pregiudicato, in seguito alla condanna definitiva a 4 anni di carcere per frode fiscale).

(Segue...)

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