Pd, scissione quasi pronta. Ecco la strategia di Bersani & C. - Affaritaliani.it

Politica

Pd, scissione quasi pronta. Ecco la strategia di Bersani & C.

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Pierluigi Bersani è uscito allo scoperto e ha usato parole durissime contro il segretario del Pd e presidente del Consiglio Matteo Renzi. L'ex leader dem ha alzato i livelli dello scontro interno al partito di maggioranza su tutti i fronti politici caldi. "Devo riconoscere a Renzi una straordinaria qualità: è riuscito a cambiare le papille gustative di un bel pezzo dell'area democratica e dell'informazione. Il mondo di Verdini risulta improvvisamente commestibile. Io continuo a trovare questa cosa sorprendente. Non è vero che abbiamo bisogno di Verdini come non era vero che avevamo bisogno di Berlusconi con il Patto del Nazareno. E' una scelta, Renzi scelga se vuol fare quello che rottama o quello che resuscita e su questo bisognerebbe fare una discussione anche congressuale".

Ma non finisce qui. "Ma se uno che vota la fiducia non è in maggioranza, uno che non la vota non è all'opposizione, sono tutti voti aggiuntivi e disgiuntivi...eccoci approdati finalmente nella Casa delle Libertà". Così, con una battuta, Bersani commenta con i cronisti a Montecitorio il dibattito del voto alla fiducia giunto al Senato dal gruppo dei verdiniani. Il "no" arrivato dalla maggioranza del Pd all'anticipo del Congresso è "una risposta arrogante, tranciante". Poi la velata minaccia: "Una discussione la faremo comunque, ci vedremo a Perugia", spiega facendo riferimento alla convention della minoranza Pd che si terrà l'11, 12 e 13 marzo.

Che cosa sta accadendo nel Pd? Siamo alla vigilia di una scissione? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, per il momento, Bersani & C. non lasceranno il Nazareno, come hanno fatto Fassina, Civati e D'Attorre. Ma la sinistra dem alzerà continuamente nei prossimi mesi il lvello dello scontro per arrivare al colpo di scena verso fine anno. L'idea della minoranza è quella di fare campagna elettorale per il "no" al referendum costituzionale, ovvero la consultazione che chiamerà gli italiani a promuovere o a bocciare il ddl Boschi. Si tratta di una vera e propria "bomba politica".

Se il referendum passasse comunque, Renzi potrebbe espellere la sera stessa dei risultati la minoranza e correre alle urne con l'Italicum. Ma se dovessero prevalere i "no" nelle urne, il premier sarebbe costretto a lasciare e a quel punto la sinistra dem lancerebbe Roberto Speranza (non Enrico Rossi) come segretario e candidato premier in opposizione alla renziana Maria Elena Boschi. Si profila insomma uno scontro senza precedenti nel Pd che porterà ad un'estate politica molto, molto calda. Anzi, rovente.