Politica

Bonelli contro Salvini sul Ponte. Disorientamento di pesci e sismicità

Di Giuseppe Vatinno

Il ministro replica puntualmente al leader dei Verdi

Bonelli cita la “zonizzazione” come Soumahoro aveva parlato qualche giorno fa di “bianchizzazione del pensiero”

 

Angelo Bonelli ha una fortuna che a pochi capita nella vita: gli vogliono costruire il Ponte Sullo Stretto.

Ma non solo il centro-destra pure il centro-sinistra e lui su questa cosa ci campa da decenni.

Ogni volta che la vicenda ricicla lui festeggia a sciampagna e pasticcini perché sa che gli arrivano i voti dei “No Tutto”.

Infatti la vicenda del Ponte data il 2006 quando c’era il governo Prodi 2 e Bonelli, allora insieme a Pecoraro Scanio con cui i rapporti non sono idilliaci, diceva le stesse identiche cose che dice adesso, solo che le diceva al ministro delle Infrastrutture di allora, Antonio Di Pietro, che gli rimandava puntualmente al mittente le osservazioni nella stessa identica forma, magari con un po’ più di veemenza  verbale che lo caratterizza, con cui l’attuale ministro Matteo Salvini le rimanda al mittente ora. Nulla di nuovo sotto il sole e questo perché non si tratta né di scienza né di tecnologia, ma bensì di ideologia e l’ideologia è per sempre, come il diamante.

Ieri dunque c’è stata una question time alla Camera tra Angelo Bonelli -che vive una terza giovinezza- dovuta appunto al Ponte e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché vicepremier Matteo Salvini e leader della Lega.

L’antefatto è stato quello di una scampagnata domenicale che il Verde ha fatto insieme a Nicola Fratoianni, il Rosso, in quel di Messina (la Sicilia è sempre gradevole da visitare soprattutto in questo anticipo della primavera e soprattutto se ti pagano il viaggio) per contestare la sua fortuna, cioè il Ponte. In Parlamento in realtà il confronto è stato sugli obblighi contrattuali della Società Ponte sullo Stretto in caso di aumenti dei costi e ritardi, quindi una questione tecnica che però era solo un pretesto.

"Lei è spregiudicato signor ministro, lei deve fermarsi a ragionare per il bene degli italiani". Infatti sul Ponte ci siamo così fermati che se ne discute dai tempi degli antichi romani.

E poi ancora: "Non è stata fatta alcuna prova sismica, né quella per il vento. A pagina 47 della Relazione tecnico-scientifica sul Ponte c'è scritto che il Comitato scientifico dice che le prove del vento non sono state fatte e il Consorzio Eurolink risponde che non sono state fatte per non perdere tempo. E a pagina 14 si dice che mancano le prove di zonizzazione microsismica. Volete costruire quest'opera nella zona più sismica d'Italia senza fare queste prove?".

La parola chiave, dunque, è “zonizazzione”. Un po’ come la ormai famosa “bianchizzazione del pensiero” dovuta a quell’altra perla che Bonelli c’ha portato in Parlamento, Soumahoro.

A quel punto Salvini ha risposto nella interrogazione successiva, il che non è consentito dai regolamenti scatenando le ire leguleie dell’opposizione che quando qualcuno vuole parlare cerca sempre di mettere il bavaglio. Salvini ha esordito con un: “Il campo largo è nervoso oggi” che ha provocato ulteriori scene di agitazione.

C’è da dire però che questa volta il livello delle osservazioni è finalmente aumentato. Dal disorientamento dei pesci e dei volatili si è passati ai test sismici.

Dunque la replica è stata puntuale:

"Qualcuno lascia presupporre che il Governo costruisca un Ponte destinato a crollare è semplicemente folle. Oggi il campo largo è nervoso". "Il Ponte sullo Stretto" di Messina è un'opera che gli italiani aspettano da decenni e sulla questione della trasparenza non penso ci possano essere obiezioni. Il percorso si sta svolgendo nel rispetto della legge".