Calenda: “Con Giorgetti starei al governo, mai con la Lega”
Il leader di Azione e candidato a primo cittadino della Capitale: "Isolare i populismi e i sovranismi di Salvini e Meloni. Con loro niente a che spartire"
Calenda-Giorgetti, per il leader di Azione e candidato a sindaco di Roma "Michetti non è presentabile come sindaco di Roma. Non è credibile e non ha esperienza
Michetti "sta là soltanto perché amico di Giorgia Meloni e Matteo Salvini", mentre Giancarlo Giorgetti "è un galantuomo che fa politica, sa riconoscere il valore delle persone, capisce chi può essere utile alla causa di Roma e dell'Italia".
Così Calenda intervistato dal CorSera. Quando gli viene chiesto se starebbe nello stesso schieramento di Giorgetti, risponde: "No di certo se quello schieramento è la Lega. Starei nello stesso governo di Giancarlo Giorgetti e anche di Antonio Bassolino, che sostengo a Napoli".
Per Calenda "il punto è scardinare questa finta sfida tra destra e sinistra che, come accade a Roma, sotto sotto sono sostenute a turno dallo stesso gruppo di potere che ha sfasciato la città. Michetti, alle Europee del 2019, invitava a votare Gualtieri su indicazione del pd Bruno Astorre. Non sono omonimi: sono gli stessi Michetti e Gualtieri che si sfidano oggi".
A suo avviso il "Paese fa un balzo in avanti se le migliori personalità che si riconoscono nei valori dell'europeismo e della liberal-democrazia si mettono insieme, isolando i populismi e i sovranismi di Salvini e Meloni. Io con uno come Salvini non ho nulla a che spartire". Alla domanda se siano tanti i parlamentari del centrodestra che lo sostengono a Roma, il leader di Azione replica: "Non li frequento molto. Parecchi loro elettori, quelli si'". Dentro Forza Italia? "Qualcuno, come Marcello Pera, l'ha anche detto. Ma non so se lui vota a Roma...".
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Giorgetti, che si è espresso su Calenda a Roma, "lo considero inopportuno e, se si trattasse di un mero giudizio personale, lo riterrei totalmente infondato". Lo dice invece il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) al Messaggero.
"Calenda è del Pd - aggiunge -, due anni fa si candidò alle europee con loro, è stato ministro con Renzi, all' epoca segretario del Pd. Questo significa che su immigrazione, sicurezza, patrimoniale, famiglia è alfiere di quelle idee, antitetiche alle nostre e alle sue. Sarebbe un pessimo sindaco anche per Varese".
Alla domanda su cosa succederà dopo il 4 ottobre e se è in gioco la leadership del centrodestra, ribatte: "La coalizione di centrodestra non è un'accozzaglia di potere, non sta insieme per interesse ma perché ha una stessa idea di società, condivide medesimi valori e sostiene le stesse soluzioni alle criticità del nostro tempo. Per queste ragioni non si potrà sciogliere mai".
Quindi, Rampelli definisce "FI decisiva, oggi come ieri, è un partito che sta vivendo una sua transizione, ma non si discute il suo ruolo nel centrodestra. Mi aspetto anche che partecipi all'analisi critica della gestione tedesca del Ppe. La caduta della Cdu ha un'origine culturale e non politica".
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