Politica
Ue, il 15 marzo la Sx snob e sindacalista scende in piazza per la "pace" ma per difendere gli interessi nazionali serve il piano di Ursula
Tutti insieme appassionatamente per un’Europa unita, ma contro la proposta della Von Der Leyen di investire in una difesa vera, utile a tutto il Continente... Come ci si difende senza armi? Il commento

Ursula Von der Leyen
Difesa Ue e riarmo, il commento in vista delle manifestazioni per la "pace" del 15 marzo
Il 15 marzo si terranno manifestazioni in tutta Italia in favore dell’Europa, e per la pace. Giusto, nobile e condivisibile, chi non vorrebbe la pace? Ma la prima domanda è: dove erano tutti loro fino all’altro giorno? Quando la Russia invadeva la Cecenia, la Crimea, e anni dopo l’Ucraina? O quando la Siria veniva rasa al suolo? E dove stanno quando il regime iraniano impicca manifestanti e tortura donne colpevoli di voler vivere senza un velo imposto? Dove sono gli intellettuali e i politici progressisti mentre i popoli oppressi chiedono sostegno?
Il 15 marzo il quadro appare confuso. Tutti insieme appassionatamente per un’Europa unita, ma contro la proposta della Von Der Leyen di investire in una difesa vera, utile a tutto il Continente. Quindi la seconda domanda è: come ci si difende senza armi? Come si costruisce rapidamente ciò che non si è fatto nei decenni? Cosa facciamo ora che Trump ha deciso di bacchettarci tutti?
In questo bizzarro mosaico di posizioni, da un lato abbiamo Michele Serra, icona della sinistra colta e un po’ snob, che dalle pagine di Repubblica si assurge a nuovo grande leader e promotore della manifestazione.
Poi - a seguire – ecco la sinistra sindacalista con a capo l’inossidabile Landini: anche per lui in fondo questa è una grande occasione (per prepararsi a scendere in politica?) e tra uno sciopero e l’altro si accinge a mostrare i muscoli e dire la consueta (e ormai anche vecchiotta) litania sulla giustizia sociale, sul lavoro, sulle ineguaglianze.
Poi, in mezzo potrebbe apparire Giuseppe Conte, che ha appena scoperto che l’Unione Europea oggi deve essere forte e unita, ma solo a parole e senza armi, e senza un forte ombrello militare. Poi la Schlein (anche lei della serie tutti uniti sì ma no alle armi per carità), Renzi, Fratoianni, Veltroni, Magi, Calenda, quest’ultimo che davanti alle telecamere de L’Aria che tira su La7 attacca Conte, Gualtieri e buona parte dell’opposizione, perché secondo lui non è possibile un’Europa unita senza una difesa militare congiunta. Tutti pronti a "difendere l'Europa unita", anche se ognuno in realtà ha una visione diversa di cosa questa Europa dovrebbe essere.
Tante posizioni che si sovrappongono senza mai toccarsi veramente, un pò come cercare di mettere insieme l’olio e l’acqua: si agitano, si mescolano per un attimo, ma poi si separano sempre. E mentre l’Ucraina è ancora sotto attacco e Trump fa la voce grossa (anche sui dazi) l’Europa si trova nel bel mezzo di una discussione urgente e vitale su quale sia la forma più accettabile dal punto di vista politico, economico, militare e morale.
Ma il mondo non si governa con le emozioni, la politica estera non si fa con striscioni e cortei ma con alleanze e per difendere gli interessi nazionali, negoziando senza perdere credibilità. E anche se è vero che la sicurezza non può dipendere solo dalle armi, perché ci stanno economia, diritti, etc, l’Italia deve parlare con tutti, ed è quello che fa Giorgia Meloni la quale, con tanto pragmatismo, sa che c’è bisogno di tutti, perché la pace non nasce dalle piazze, ma dai tavoli della diplomazia. L'Italia è parte integrante del progetto europeo, e il nostro Governo sa che la cooperazione con Bruxelles è essenziale, ma lo è anche quella con gli Stati Uniti, e con loro ci vogliono ponti, non muri.
Ma per tutti quelli che scenderanno in piazza il 15 marzo, forse basta un appello di Michele Serra per lavarsi la coscienza, un editoriale indignato, una manifestazione, qualche slogan ben confezionato…Troppo poco, e soprattutto troppo tardi.
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