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Politica
Draghi al Colle e Colao a Palazzo Chigi. Il Pd spinge per Gentiloni premier

Prende quota un'idea: Draghi al Quirinale e Colao premier

Mario Draghi al Quirinale e Vittorio Colao a Palazzo Chigi. E' l'ipotesi a cui si starebbe lavorando, almeno secondo quanto racconta la Stampa. Il premier che diventerebbe presidente della Repubblica e l'attuale ministro per la Transizione digitale a prendere il suo posto. "Dopotutto, al netto di qualche rallentamento del ministero sui progetti legati alle risorse del Recovery plan europeo, Draghi ha dimostrato non troppo tempo fa di avere fiducia in Colao consegnandogli, a fine agosto, la cruciale delega all’aerospazio", scrive la Stampa.

Non solo: "Un’altra leva fondamentale per il supermanager bresciano già incaricato del secondo capitolo più sostanzioso del Pnrr dopo la transizione ecologica. Draghi è consapevole che la digitalizzazione dell’Italia è una sfida troppo importante per poterla lasciare soccombere sotto le spallate dei partiti, i quali, appena sarà eletto il presidente della Repubblica, scivoleranno verso la furiosa contesa elettorale". La perplessità è legata alla mancanza di esperienza politica, ma "la sua esperienza da manager, una decina di anni in Vodafone, sommata alla solida sponda quirinalizia che gli offrirebbe Draghi, potrebbe però garantirgli qualche strumento in più nella gestione di un governo che, è abbastanza prevedibile, finirà a pezzi. D’altronde, Colao era già stato sfiorato dalle previsioni sul futuro di Palazzo Chigi quando ne era inquilino Giuseppe Conte".

L'ipotesi del ritorno di Gentiloni a Palazzo Chigi

Sempre la Stampa rende conto anche che nel centrosinistra si spinge per richiamare l’ex premier del Pd Paolo Gentiloni, attuale commissario agli Affari economici di Bruxelles. "Sono scenari che si reggono tutti su una premessa. Che Draghi vada al Colle, vincendo le resistenze di chi, a partire dal Pd, vorrebbe continuasse a fare il presidente del Consiglio fino, almeno, al 2023", conclude Ilario Lombardo.

Quirinale, Tajani: "Mai pensato a tavoli con il Pd, Draghi lo vedo bene in Ue"

"Non si capisce quale sia il rimprovero: non abbiamo mai detto di essere disponibili ad aprire un tavolo con il Pd per trattare sul Quirinale, mai Berlusconi ha avuto contatti con Enrico Letta o altri leader non del centrodestra per parlare di candidature al Colle, mai abbiamo pensato di voler fare alleanze anomale": e' la precisazione del coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, che in un'intervista al Corriere della Sera ha replicato alle critiche degli alleati. "Siamo nel Centrodestra", ha assicurato, "siamo per il bipolarismo, per il maggioritario e siamo alternativi alla sinistra. Il nostro unico interesse oggi e' lavorare perche' il Paese superi l'emergenza pandemica ed economica".

"Mi sembra evidente cosa intenda" Berlusconi, ha aggiunto Tajani, "e' bene che Draghi rivesta un ruolo politico di grande rilievo anche dopo il 2023, che possa essere riserva del Paese anche per incarichi istituzionali. Nessuno pensa a un governo di larghe intese anche dopo le prossime elezioni, il nostro obiettivo e' un governo di centrodestra, atlantista ed europeista naturalmente, guidato da un premier di centrodestra. Personalmente vedrei bene Draghi come presidente della Commissione europea, o del Consiglio europeo, per dire". 

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