Elezioni 2018 Pd, "Ecco perché Siena deve battere Padoan" - Affaritaliani.it

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Elezioni 2018 Pd, "Ecco perché Siena deve battere Padoan"

Elezioni 2018, il leghista Borghi scrive ad Affaritaliani.it


Intervento su Affaritaliani.it di Claudio Borghi Aquilini, responsabile economico della Lega e candidato nel collegio uninominale (Camera) di Siena contro il ministro Pier Carlo Padoan

Siena per me è come una di quelle donne, magari bellissime, però vittima di un seviziatore. Purtroppo a volte chi è oggetto di continue violenze sviluppa una sorta di dipendenza perversa dal proprio aguzzino “si, è vero, mi picchia, mi picchia continuamente ma in fondo mi ama e forse è colpa mia, forse me lo merito”. Questo è il rapporto fra Siena e il PD. Una città che si era guadagnata un benessere e una ricchezza impareggiabile grazie al genio dei Senesi che, in una città di piccole dimensioni (come abitanti è di poco più grande di Cascina) ha saputo far fiorire la più antica banca del mondo e un patrimonio artistico, etnico e culturale senza eguali in Italia, è stata umiliata, schiantata, svuotata, azzerata da un partito e da un gruppo di potere che l’hanno sempre vista come un pozzo da cui attingere, facendo contenti gruppi di clienti con gli spiccioli che cadevano dal sacco. Prima il secchio è stato gettato dal PD nel pozzo del Monte dei Paschi per regalare miliardi a Colaninno e C. acquistando la Banca Agricola Mantovana, poi si è buttato un secchione per beneficare gli amici di D’Alema comprando a prezzi assurdi la Banca del Salento, infine si è deciso di fare il colpo grosso e si è infilato l’oleodotto nel pozzo per asportare decine di miliardi che servivano a qualche pauroso centro di potere europeo con l’assurda, impossibile, incredibile acquisizione senza nessuna due diligence della Banca Antonveneta. Il tutto in connivenza con Banca d’Italia.

Una volta stremato il povero Monte con questi salassi, ulteriormente indebolito da prestiti mai tornati indietro a tutto un mondo di amichetti attiguo al solito PD, ecco arrivare l’uno-due finale: 13 trimestri di recessione prodotti dalle politiche suicide di austerità di Monti con l’appoggio del PD e infine la demenziale normativa del Bail-in votato ed approvato dal PD in coppia con il decreto salvabanche (sic!) ideato da Renzi e Padoan che, sacrificando la vicina banca Etruria, diede il via ad una comprensibile corsa agli sportelli che finì per schiantare la storia plurisecolare di una banca che aveva resistito a guerre e carestie, gettando tutta la città sul lastrico. Intanto sempre il PD assisteva tranquillo al fallimento dell’università, ai tagli all’ospedale, ai fallimenti delle gloriose società sportive e ad un generale impoverimento e decadenza che solo l’incredibile bellezza della città riesce a mitigare e nascondere. Peccato che lo splendore dei marmi e delle pietre sia secolare come secolare era il Monte dei Paschi e il merito di quelle conquiste sia dei padri e dei padri dei padri dei Senesi, mentre la colpa della distruzione sia molto più vicina nel tempo e abbia un nome e un cognome di due lettere PD.

Appare quindi stupefacente la sfrontatezza con cui il sicario finale di Siena, quel Matteo “bail-in” Renzi, quello stesso che consigliava di comprare azioni MPS prima dello schianto finale, quello stesso il cui finanziatore, Davide Serra speculava al ribasso sulle azioni medesime per interi punti percentuali di capitale sociale, abbia pensato di imporre ai senesi di votare il suo esecutore Padoan, si quel Padoan,  che dopo aver lasciato sfasciare tutto quel poco che era rimasto, è stato infine costretto a nazionalizzare pena una deflagrazione atomica su tutto il sistema bancario italiano. Il PD non ha salvato Siena, l’ha distrutta, violentata, depredata. Questa occasione è irripetibile per i Senesi: grazie alla sfrontatezza di Renzi e, in parte, alla sfida lanciata dalla Lega per mezzo della mia persona, i cittadini di Siena hanno gli occhi d’Italia addosso. Possono giocarsi quest’opportunità scendendo un altro gradino dell’umiliazione e votando il grigio esecutore Padoan oppure il quattro marzo possono chiudere con il recente passato e liberarsi una volta per tutte, vendicandosi dei torti subiti. Magari ricordandosi di un altro giorno quattro glorioso, quel quattro Settembre 1260, il giorno di Montaperti.