Politica
Elezioni Calabria, Forza Italia più "forte" nel governo, FdI dimezzata. Sale il Pd, male il M5S: addio Chigi per Conte
Che cosa accade dopo il trionfo di Occhiuto e il voto ai partiti

L'analisi politica dopo il risultato delle elezioni regionali in Calabria
La vittoria netta e chiara (praticamente un trionfo), di molto superiore alle previsioni della vigilia, di Roberto Occhiuto - Governatore uscente della Calabria e ricandidato da tutto il Centrodestra - sull'europarlamentare pentastellato ed ex presidente dell'Inps Pasquale Tridico, sostenuto anche da Partito Democratico, AVS e altre liste minori, porta con sé due importanti segnali politici a livello nazionale. Il primo riguarda la maggioranza di governo. Occhiuto, vice-segretario di Forza Italia, ha trascinato il partito guidato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a ottenere un risultato molto ampio. La somma delle tre liste (Forza Italia, Forza Azzurri e Occhiuto Presidente) è nettamente la prima forza politica della regione (ma lo è anche la sola FI) arrivando a superare il 300% e segnando un'avanzata significativa rispetto al 18% ottenuto dal partito di Tajani alle Europee del 2024 (già una percentuale molto ragguardevole).
Non solo. La triade azzurra ha eroso consensi al partito della presidente del Consiglio, Fratelli d'Italia - che alle Europee era la prima forza della regione con il 20,6% -, e ora si è decisamente indebolita. Anzi, FdI ha subito un inatteso tonfo dimezzando i voti rispetto alle elezioni per il Parlamento europeo. Un segnale non positivo per Giorgia Meloni. Forza Italia non sottrae consensi alla Lega di Matteo Salvini che, un po' a sorpresa, ha addirittura migliorato l'ottimo 9,2% di più di due anni delle elezioni per il Parlamento Ue. Il Carroccio di fatto vale quanto FdI, più o meno, in Calabria (impensabile alla vigilia).
Tutto ciò porta Tajani e i suoi a essere sempre più forti a Roma e a consolidarsi, come abbiamo visto nelle Marche e in Valle d'Aosta, come secondo partito della maggioranza e non più terzo come accadde alle Politiche del 2022. Sicuramente ora gli azzurri faranno "pesare" questo consenso sia sul fronte interno, quindi sulle scelte ad esempio della Legge di Bilancio (vedi riduzione dell'Irpef al 33% fino a 60mila e non solo 500mila euro lordi annui di reddito), sia sul piano internazionale e quindi sul legame stretto con il PPE di Ursula von der Leyen e del cancelliere tedesco Friedrich Merz, stoppando così le uscite anti-Bruxelles del Carroccio e in particolare di Roberto Vannacci. Ma anche la Lega certo non starà zitta con il suo ottimo 10% nel profondo Sud.
Restando proprio in casa Carroccio, il risultato soddisfacente in Calabria rende più difficile quel processo di sdoppiamento con una Lega Nord, che ritorni alle parole d'ordine di bossiana memoria autonomia e federalismo, guidata da Luca Zaia, probabile capolista in Veneto in tutte le province a fine novembre, fino all'Emilia Romagna e con la Lega Nazionale - con lo stesso Vannacci come punto di riferimento - al Centro-Sud, sovranista e nazionalista. Il ruolo di Salvini come leader e federatore non sarebbe comunque assolutamente in discussione.
Il secondo quadro che emerge dalle Regionali in Calabria è la leggere ma importante crescita del Pd. Elly Schlein si è presentata con due liste che insieme superano il dato delle Europee e nettamente il M5S. La leader del Nazareno ha sposato in pieno lo sciopero generale e "illegittimo" (secondo la Commissione scioperi) della Cgil di Maurizio Landini di venerdì scorso e non ha certo ottenuto un successo visto il trionfo di Tridico ma almeno non ha perso rispetto alle elezioni europee. Anzi, come lista ne ha guadagnati.
Non solo. Confermate le note difficoltà del M5S alle elezioni locali, sommando la lista pentastellata del partito dell'ex premier Giuseppe Conte alla lista Tridico Presidente emerge un risultato inferiore a quello dei Dem, e c'è da dire che alle Europee i 5 Stelle erano stati leggermente avanti con il 16,2%.
Un altro pessimo segnale per Conte, dopo la batosta nelle Marche, è che la somma della lista pentastellata e di quella di Tridico Presidente è inferiore al risultato delle Europee 2024. Certo, ora arriveranno le altre Regionali dove il Centrosinistra è nettamente favorito, prima la Toscana e poi la Puglia e la Campania. Ma resta all'interno dei Dem un certo malumore per una posizione considerata da molti troppo a sinistra-sinistra, una sorta di 'Flotilla di governo' con Conte, Fratoianni e Bonelli che non potrà mai essere competitiva a livello nazionale con il Centrodestra meloniano. Visto anche il dimezzamento di AVS.
Per questo motivo voci autorevoli e moderate come quelle di Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini, Romano Prodi, Pina Picierno - e forse anche Dario Franceschini, vicinissimo al Presidente Sergio Mattarella (che non va mai dimenticato che proviene proprio dal Pd) pensano ad altre soluzioni politiche, programmatiche ma anche di nomi per le elezioni politiche.
L'eventuale candidatura della sindaca di Genova Silvia Salis, che aveva chiesto alla Flotilla diretta a Gaza di ascoltare l'invito alla "cautela" di Mattarella, è solo una delle ipotesi. In campo, ad esempio, anche il nome di Antonio Decaro, soprattutto se alle Regionali in Puglia dovesse ottenere un forte risultato personale. Insomma, il voto in Calabria porta conseguenze politiche in entrambi gli schieramenti. E il disastro dei 5 Stelle con un suo uomo di punta come Tridico, padre del reddito cittadinanza, ed presidente dell'Inps, nel cuore del Sud, in Calabria, toglie ogni dubbio sul fatto che 'Giuseppi' non potrà correre per Palazzo Chigi come candidato premier nel 2027.
Al momento Schlein non ha alcuna intenzione di convocare una nuova direzione nazionale per discutere i risultati elettorali e già pregusta la vittoria praticamente scontata del prossimo weekend in Toscana con la riconferma di Eugenio Giani e con i Dem prima forza politica regionali e i 5 Stelle nuovamente annichiliti. Ma la pesante sconfitta di Tridico e della coalizione, al di là della buona performance delle liste del Pd, dimostra che la costruzione di un'alternativa al Centrodestra meloniano è lunga, in salita e tortuosa.
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