Elezioni Campania, Fico trema. Cirielli è sempre più vicino. E nel Pd aleggia lo spettro di una clamorosa sconfitta - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 16:34

Elezioni Campania, Fico trema. Cirielli è sempre più vicino. E nel Pd aleggia lo spettro di una clamorosa sconfitta

Mastella: "Partita aperta". Fuga verso Forza Italia. Inside

Di Alberto Maggi

Campania, pesano le liti tra Fico e De Luca. Fratelli d'Italia e Forza Italia insieme valgono il 40%. E gli ultimi sondaggi...


Clemente Mastella può avere difetti, come qualunque persona su questo pianeta, ma sicuramente ha un fiuto politico e un'astuzia che solo pochi hanno. L'ex ministro della Giustizia, ex leader dell'Udeur e sindaco di Benevento conosce perfettamente le logiche del potere e sa prevedere l'esito delle consultazioni elettorali. Da politico navigato l'ex democristiano sa a menadito che cosa accade e quali sono gli umori soprattutto della sua regione, la Campania.

E se Mastella afferma che la partita per le elezioni regionali del 23-24 novembre è "aperta" bisogna credergli al 100%. Senza se e senza ma. Il Partito Democratico ed Elly Schlein credevano di avere la vittoria in mano con la candidatura, fortemente voluta dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, dell'ex presidente della Camera Roberto Fico. E il Governatore uscente Vincenzo De Luca, che aveva provato con una legge regionale - sonoramente bocciata dalla Corte costituzionale - a garantirsi il terzo mandato, è stato "accontentato" con la promozione e la nomina del figlio Piero, deputato Dem, a segretario regionale campano del principale partito di opposizione.

Eppure gli screzi non mancano. La volontà di De Luca senior di presentare una propria lista alle Regionali con il suo nome stampato in grande sul simbolo non piace affatto al Pd e ancora di meno ai 5 Stelle. I quali, come dimostrano le recenti elezioni in Calabria, anche se hanno un loro candidato (Pasquale Tridico non era certo l'ultimo arrivato, ma l'ex presidente dell'Inps e padre del reddito di cittadinanza) faticano enormemente nelle elezioni locali e regionali e hanno sempre un risultato pari alla metà di quello che ottengono solitamente alle Politiche o alle Europee.

Non solo. In questi giorni in Campania sarebbe in atto anche una "fuga" di esponenti sia vicini a Mastella sia a De Luca - portatori di voti essendoci il sistema delle preferenze per entrare in Consiglio regionale - verso Forza Italia, abilmente guidata dal coordinatore regionale Fulvio Martusciello. E il partito del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Sud è in fortissima ascesa. In Calabria, anche se gli azzurri avevano il candidato presidente, sommando tutte le liste hanno superato il 30% risultando nettamente la prima forza politica.

Fino a un mese fa i sondaggi davano Fico avanti con circa otto punti percentuali, poi arrivata la decisione del Centrodestra di candidare un big come il vice-ministro degli Edmondo Cirielli - fortissimo nella sua terra e molto conosciuto e stimato - ha piano piano ridotto il gap. Fonti del Pd, a poco più di un mese dall'apertura delle urne, parlano di un vantaggio del candidato del M5S e del Centrosinistra "al massimo di due punti".

Pochissimo, anche perché Fratelli d'Italia e Forza Italia insieme potrebbero valere circa il 40% in Campania, dato al quale va aggiunta la Lega (che certo non farà un exploit ma comunque darà il suo contributo), la lista del candidato presidente e altre minori della coalizione. Insomma, al Nazareno iniziano a preoccuparsi parecchio. Perché, anche se la vittoria di Antonio Decaro in Puglia è scontata, considerando il Veneto già assegnato al leghista Alberto Stefani, una clamorosa sconfitta di Fico in Campania farebbe sì che il bilancio di queste Regionali sia 4 a 2 per la maggioranza di governo.

Quando invece due mesi fa, a fine estate, il Pd scommetteva sull'esatto opposto ovvero il 4 a 2 per il campo largo conquistando le Marche (perse invece in modo netto da Matteo Ricci). Forse parlare di dimissioni di Schlein in caso di vittoria di Cirielli è eccessivo, ma sicuramente un flop in Campania riaccenderebbe lo scontro interno al Pd e la contestazione forte della sempre più numerosa minoranza moderata per le decisioni politiche della segretaria di appiattirsi tutta a sinistra sul M5S, AVS e la Cgil di Maurizio Landini. Questo sia in politica estera, vedi Gaza e non solo, ma anche sul fronte interno ed economico.

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