Elezioni Russia, i voti ai comunisti non sono di protesta

Insomma, non solo nostalgia, ma una prospettiva verso il futuro. La storia del comunismo nel mondo è molto giovane. Ha poco più di cento anni. Pensiamo a quanto tempo ci mise la borghesia ad affermarsi come classe dominante contro il feudalesimo: secoli! Il rovescio del socialismo nell’Europa dell’Est è un episodio che noi abbiamo analizzato con attenzione e senza nasconderci gli errori gravissimi che quelle dirigenze commisero allontanandosi dal solco tracciato da chi aveva istaurato e difeso il socialismo prima e subito dopo la Seconda Guerra mondiale. Ciò non può che rafforzarci nella nostra determinazione a proseguire su quella strada, ma con occhi moderni e non con la testa girata verso il passato.

Non si deve ritenere che l’attuale debolezza del movimento comunista in Italia, frutto di decenni di errori prima e aperti tradimenti poi, sia una situazione permanente, come si illudono i reazionari. L’esempio della Russia ci esalta e ci spinge ad operare con maggiore determinazione per allargare il consenso verso le nostre idee da parte dei lavoratori e di tutti gli strati oppressi di questa società.

Per questo e solo per questo siamo attualmente impegnati nella campagna elettorale che stiamo affrontando per le comunali a Roma, Milano, Torino, Ravenna e nelle suppletive delle politiche a Siena, dove il sottoscritto è impegnato personalmente in una delle roccaforti del PD contro il segretario Enrico Letta. . Qui quel partito, il più conseguente seguace delle politiche antipopolari dell’Unione Europea, candida il proprio segretario Letta, ma non ha il coraggio di presentare il proprio simbolo. Che vergogna! Che mancanza di principi! Ecco, se proprio vogliamo concludere con uno slogan, il Partito comunista è il partito di solidi e immutati principi … al contrario di tutti gli altri che sono pronti a salire sul carro di un banchiere venuto a far sottomettere ancor di più l’interesse dell’Italia e dei suoi lavoratori agli interessi delle multinazionali italiane e straniere, pronti a farci precipitare in una delle crisi internazionali più pericolose dal dopoguerra a oggi.

Ma per i lavoratori italiani le vicende russe non sono lontane? A che può servire a un lavoratore che vede minacciato il proprio posto di lavoro, a un giovane che non trova lavoro, a una donna che vede negati i propri diritti, a un anziano con una pensione da fame, sapere che in Russia in comunisti avanzano? Domande legittime. Dopo il 1917 in tutta Europa si diffuse un grido tra le classi oppresse: “facciamo come in Russia” e ciò diede un’accelerazione fortissima alla storia. Ora, non è che ieri sia scoppiata una seconda Rivoluzione d’Ottobre, ma un passo in avanti significativo è stato compiuto, il segnale dell’inversione di una tendenza verso il ridimensionamento che hanno subito i partiti comunisti in Europa dal 1989/91 a oggi. Ci indica una strada. Quindi dico ai lavoratori, ai giovani, alle donne, agli anziani, a tutte le categorie che oggi soffrono le contraddizioni di questa società: non è finita, non perdete le speranze, si può passare al contrattacco. La vicenda dell’imponente corteo della GNK e della prima vittoria che essi stanno conseguendo è la dimostrazione tangibile che ciò è possibile.