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Politica
Enrico Letta, un segretario di transizione: ecco perché sono (già) deluso

In passato mi è forse capitato di dire che ho molta simpatia per Enrico Letta. E questa simpatia mi sento di confermarla: è una persona colta, garbata, gradevole. Quando Renzi lo ha defenestrato, sono stato toto corde con lui. Di Renzi no, di Letta amerei essere amico personale. Ma nel momento in cui si appresta a divenire Segretario del Pd, mi rendo conto che, o è un supremo ipocrita (ma non riesco a nutrire questa speranza) o è del tutto inadatto a guidare e salvare il Pd.

Il mio pessimismo nasce dal fatto che il suo discorso è stato largamente retorico. Ovviamente corretto, letto bene, pronunciato bene, forse anche con una bella voce, ma lo stesso infarcito di troppe buone intenzioni, troppo idealismo, troppa political correctness. Per esempio, a nome degli adulti, si è mostrato preoccupato per il futuro dei giovani, dimenticando che gli stiamo lasciando un’eredità - innanzi tutto finanziaria - assolutamente disastrosa. Domani essi avrebbero diritto di dissotterrarci, processarci e, pure cadaveri, mandarci sul rogo, come capitò a Papa Formoso. Meglio che non parliamo dei giovani. Loro sono una mandria di figli che non divengono mai adulti, non studiano, sono ignoranti e spesso (troppo spesso) vivono con mamma e papà. Ma questo non ci giustifica, nella nostra politica di rapina nei loro confronti. Almeno non diciamo di amarli. Almeno non diciamo di preoccuparci per loro. Queste dichiarazioni rischiano di fare l’effetto di una irrisione.

Fra l’altro, perché Letta non ha parlato di modificare l’accesso alla carriera universitaria, in modo che non avvenga per cooptazione (vulgo: raccomandazione) ma solo per concorso e per merito? Avrei preferito questo singolo provvedimento al diluvio di apprezzamenti teorici. Pongo i giovani al centro del mio programma. Pongo le donne al centro del mio programma. Pongo quest’altro al centro del mio programma. Speriamo che quel centro sia molto ampio, per contenere tutta questa roba.

Poi si è preoccupato per l’ecologia, dimenticando che l’ecologia aumenta i costi. Dunque, dopo che abbiamo speso centosettanta miliardi nell’ultimo anno (denaro che dovranno pagare i nostri figli e nipoti, a meno che l’Italia non fallisca) avrebbe dovuto dire che l’ecologia può attendere, oppure che l’ecologia è economicamente conveniente. Almeno avrei saputo che è un bugiardo che parla in malafede. Invece ne ha parlato prescindendo dall’economia. E che pensa, che le nozze si facciano coi fichisecchi? O parlava a degli sciocchi privi di senso pratico? Già, parlava agli amici del Pd.

Poi ha parlato delle donne, e come non dargli ragione. Ma io insisterei sulla sorveglianza occhiuta delle carriere, non sul favore delle donne “a prescindere”. Negli Stati Uniti, dove hanno adottato questo criterio a favore dei neri, è poi avvenuto che dei bianchi meritevoli siano stati scavalcati da neri meno meritevoli perché rientravano nella quota loro assegnata. Sarò old fashioned, ma come non vorrei vedere una donna discriminata perché donna, non vorrei vedere nemmeno gli uomini discriminati perché uomini. Ci sono meno donne nelle posizioni apicali? Vero. Ma è anche vero che meno donne si battono a morte (in questo sono migliori degli uomini) per ottenere quelle posizioni. Poi, magari, quando lo fanno, sono straordinarie come Indira Gandhi, Golda Meir, Margaret Thatcher, Angela Merkel e tante altre.

Dopo mezz’ora o tre quarti d’ora, non ce l’ho fatta più ed ho smesso di ascoltarlo. Se ha detto cose interessanti, alla fine, mi dispiace ma non le ho sentite. Ricordo invece benissimo la regola giornalistica secondo cui le cose importanti vanno dette nelle prime tre o quattro righe. Letta non ha certo seguito questa regola.

Ha avuto ragione soltanto quando ha detto che non c’è la necessità di un nuovo Segretario, ma di un nuovo Pd. E lo ha forse descritto? Su ciò che il Pd dovrebbe essere, ho trovato di più nei vari editoriali dei giornali di oggi che nel discorso di Letta. Fin dove l’ho sentito. E comunque, per come si è presentato – gentile e conciliante – non sarà certamente Enrico Letta l’uomo capace di dare un risoluto colpo di timone nella direzione giusta. Se un partito è malato, mortalmente malato, chi deve salvarlo non può essere inclusivo e conciliante. Deve dimostrare che è disposto ad amputare, se questo è necessario. A Letta, cui tanto riconoscimento è dovuto sulla scala dell’eleganza e della cortesia, non analogo riconoscimento si può concedere come uomo d’azione.

Per come si è presentato, mi è sembrato soltanto un Segretario di transizione. Un giorno passerà il testimone o al Messia che salverà il partito, o al necroforo che gli darà la pace.

*giannipardo1@gmail.com

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