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Politica
Fdi presenta interrogazione per estendere voucher banda ultralarga
Giorgia Meloni (Lapresse)

Nella fase 1 dell’erogazione dei voucher per la banda ultralarga in Italia il 76% dei fondi sono finiti ad un solo operatore, vale a dire a Tim. Lo ha detto in audizione il ministro dell’Innovazione e della Trasformazione digitale Vittorio Colao qualche settimana fa. Questo denota già una prima stortura del piano in termini di concorrenza, considerando che sono più di 90 gli operatori abilitati.

Il voucher è utilizzabile per la copertura dei costi di un nuovo abbonamento Internet casa con velocità di connessione da almeno 30 Mega in download e 15 Mega in upload oppure per l’upgrade del contratto esistente. Nella fase 1 dei voucher, quella destinata alle famiglie a basso reddito con Isee fino a 20milia euro, sono stati attivati appena 118mila voucher in tutta Italia dedicati alle famiglie a basso reddito, per un totale di oltre 59 milioni di euro erogati.

A cinque mesi dall’avvio della misura, le risorse impegnate ammontano a oltre 73 milioni di euro, pari a circa il 37% dei fondi disponibili. In altre parole, dei più di 200 milioni di euro a disposizione per le famiglie a basso reddito, in cinque mesi ne sono stati usati poco più di un terzo  Insomma non certo un risultato esaltante alla vigilia della fase II, in cui sono previsti ulteriori 50 milioni di fondi da destinare sopratutto alle imprese, che scontano un grave ritardo rispetto alle aziende concorrenti del resto d’Europa. Per evitare un nuovo flop e per sensibilizzare il governo su questa importante fase di finanziamento alle imprese per dotarle di una infrastruttura digitale adeguata, come richiesto d’altra parte esplicitamente dall’Europa nell’erogazione dei fondi del Recovery Plan, Il deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, responsabile innovazione del partito ha presentato una interrogazione ai ministri Giorgetti e Colao, affermando che “l Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, recante interventi in materia di reti in banda ultralarga, prevede che sulla base di un’approfondita analisi del “Piano Voucher” attualmente in corso si provveda ad ‘aggiornarlo e, se necessario, potenziarlo per massimizzare l’impatto del sussidio pubblico erogato’; quali iniziative intendano adottare gli interrogati al fine di valutare empiricamente l’efficacia della misura, valutandone eventuali effetti anticoncorrenziali, e, per l’effetto, destinare quota parte delle risorse stanziate per la c.d. “Fase II” del “Piano Voucher” primariamente al sostegno delle imprese, in linea con quanto previsto nel Pnrr, e con l’obiettivo di favorire la loro trasformazione digitale”.

Il deputato di Fratelli d’Italia poi nella sua interrogazione ai ministri dello sviluppo economico e della innovazione tecnologica fa esplicito riferimento alla seconda fase della misura, che non avendo piu carattere sociale “ma è finalizzato alla trasformazione digitale del Paese mediante l’incentivo al ricorso alla rete in banda ultralarga”, che come spiega il deputato è sopratutto rivolto alle piccole e medie imprese che “ rappresentano il cuore del tessuto economico e produttivo del nostro Paese, ma scontano tutt’ora un divario in termini di competitività in quanto impossibilitate a usufruire al meglio di quei servizi digitali che rappresentano un vero e proprio abilitatore per la loro trasformazione e la crescita economica”. Ed è proprio su questo punto che l’attenzione del governo dovrebbe essere massima, stante il grave ritardo che pagano le nostre imprese sul fronte innovazione tecnologia e connessione ultraveloce.

Secondo l’indice Desi 2020 della Commissione UE, che è  un indice sintetico per misurare il progresso degli Stati membri dell'Unione europea verso un'economia e una società digitale, basato su una serie di indicatori considerati rilevanti per valutare l'attuazione dell'Agenda Digitale Europea. a fronte di un aumento nel nostro Paese del 6% del tasso di diffusione delle reti fisse ad altissima capacità (Vhcn) tra il 2019 e il 2020, il livello di digitalizzazione delle Pmi è rimasto invece invariato. “Al netto dell’incremento dell’uso dei social network, il ricorso ai servizi cloud da parte delle imprese è infatti rimasto stabile (utilizzati dal 15% a fronte di una media UE del 18%). Anche l’uso dei big data non ha visto miglioramenti nel raffronto con la relazione Desi 2019 (stabile al 7%) e, anzi, risulta in diminuzione rispetto al 9% registrato nell’analisi del 2018 (media UE del 12%)”. conclude Mollicone, chiedendo al governo un aggiornamento del Piano voucher e “ se necessario un potenziamento per massimizzare l’impatto del sussidio pubblico erogato2

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