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Politica
Forza Italia, ipotesi Battistoni e Bernini nuovi coordinatori. Inside

Che cosa accade ai vertici del partito di Silvio Berlusconi


"Tajani e Bernini lascino le cariche nel partito". La "bomba" dentro Forza Italia lanciata questa mattina da Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, poi rettificata e addolcita, agita ulteriormente il partito di Silvio Berlusconi. L'attesa è per la partita di vice-ministri, sottosegretari e presidenti di Commissione con la quale gli azzurri puntano (e sperano) di avere quella compensazione rispetto alla Lega nell'intera compagine di governo e della maggioranza. Ma è il dibattito interno al partito a tenere banco. A riportare la pace tra Berlusconi e la premier Giorgia Meloni, "per il bene della Nazione", sono stati direttamente i figli Marina e Piersilvio con il ruolo rilevante e importante di Gianni Letta.

Ma a questo punto il tema delle cariche interne c'è tutto, con Tajani e Bernini impegnati al governo qualcosa dovrà necessariamente cambiare. Escluso che Licia Ronzulli possa assumere il ruolo di coordinatrice e numero due di Forza Italia. "Si accontenti di essere capogruppo al Senato e faccia bene il suo mestiere visti gli equilibri e i numeri a Palazzo Madama", spiegano fonti autorevoli. L'ipotesi al momento più probabile, anche se ancora verificare, è quella di un compromesso tra gli azzurri che porti nelle prossime settimane o nei prossimi mesi alla nomina di un fedelissimo di Tajani, il laziale (di Viterbo) Francesco Battistoni eletto nell'uninominale alla Camera nelle Marche, coordinatore nazionale del partito con Deborah Bergamini, eletta in Toscana nel proporzionale, sua vice.

Gli equilibri negli azzurri sono precari e, spiegano fonti parlamentari, l'idea sarebbe quella di due figure meno note al pubblico per far decantare la situazione ed evitare nuove liti interne. D'altronde basta prendere la pattuglia dei senatori e si vede subito come la divisione sia plastica. A masticare amaro per l'intesa con Meloni, oltre a Berlusconi e Ronzulli, anche Alberto Barachini, Dario Damiani, Roberto Rosso e Paolo Zangrillo (poi premiato con un ministero). Mario Occhiuto e Giovanni Miccichè si muovono fuori dagli schieramenti interni e, sul fronte opposto, convinti della piena intesa con la premier ci sono Maria Elisabetta Alberti Casellati, Anna Maria Bernini, Stefania Craxi, Maurizio Gasparri, Francesco Silvestro e Paolo Francesco Sisto. Letta, Gianni, e i figli di Berlusconi ai vertici delle aziende di famiglia spingono per una soluzione pacifica che eviti nuove polemiche e scossoni. Ed ecco che la soluzione Battistoni-Bernini potrebbe mettere tutti d'accordo.

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