Politica
Gaza, Rampelli (FdI): "Devono finire gli attacchi di Israele sui civili, ma i palestinesi sconfessino Hamas"
Il vice-presidente della Camera ad Affaritaliani.it

"La Palestina deve sconfessare definitivamente Hamas per diventare Stato, non sono sufficienti i riconoscimenti formali di qualche nazione europea per dare corpo al principio 'Due popoli Due Stati'"
"Il primo ministro Netanyahu ha legittimamente risposto all’atto di guerra terroristica di Hamas del 7 ottobre e alla perdurante prigionia degli ostaggi israeliani. Ma la virulenza degli attacchi continuativi sui civili deve finire. Israele ha tutti gli strumenti militari, di intelligence e tecnologici per cancellare l’organizzazione sanguinaria di Hamas senza trasformare questa bonifica dal terrorismo in una successione di stragi di innocenti". Lo afferma ad Affaritaliani.it Fabio Rampelli, vice-presidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia, rispondendo alla domanda se il governo di Benjamin Netanyahu andrebbe condannato per quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza.
"Sappiamo bene quali siano le difficoltà per agire chirurgicamente, visto che con i soldi dell’Occidente i terroristi hanno scavato cunicoli sotto scuole e ospedali dove collocano depositi di armi e addestrano i loro presunti soldati alle azioni più efferate, ma è indispensabile saper dimostrare la volontà di salvaguardare la vita umana lavorando per costruire la pace anche attraverso le incursioni militari. Perché la Palestina deve sconfessare definitivamente Hamas per diventare Stato, non sono sufficienti i riconoscimenti formali di qualche nazione europea per dare corpo al principio “Due popoli Due Stati”. Per giungere a questa conclusione deve essere spazzata via l’organizzazione che contiene nel suo statuto la cancellazione di Israele e devono esplodere - con la pace - la stabilità e lo sviluppo economico. Condizioni che certamente non convengono ai terroristi, ma che invece dovrebbero essere adottate dal governo israeliano come obiettivi prioritari", sottolinea Rampelli.
Che aggiunge: "Le dissociazioni al livello internazionale di molti Stati europei rischiano di isolare Tel Aviv e veder lievitare inaccettabili rigurgiti antisemiti. Uno dei principi cardine delle democrazie occidentali è la giustizia e l'esclusione della società civile dalla crudeltà della guerra. Del resto la stessa organizzazione terroristica si sta alienando il sostegno dei cittadini che hanno capito di essere usati come carne da macello. La critica a Netanyahu deve restare però nell'alveo della politica, senza assumere - come avviene a sinistra - toni messianici e antisemiti"
Serve una posizione più netta nei confronti del governo israeliano? Rampelli risponde: "Il governo italiano, dopo la ferma condanna dell’orribile carneficina del 7 ottobre, è stato il primo a intervenire a sostegno della popolazione palestinese e dei bambini, con gli aiuti umanitari e sanitari, con la nave Vulcano ormeggiata a largo delle coste di Gaza, il personale medico e le cure garantite dagli ospedali pediatrici italiani. Poi c'è la moral suasion, cui il presidente Meloni non ha mai rinunciato e che, a certi livelli, non dev'essere strombazzata ai quattro venti per non diventare controproducente, ma esercitata con discrezione, come diplomazia impone. Ed è quello che stiamo facendo fin dal primo giorno, mentre altri fanno gazzarre inutili, innalzano cartelli, strumentalizzano gli studenti per ragioni ideologiche", conclude il vice-presidente della Camera Rampelli.
Leggi anche/ Trump contro Harvard, l'esperto: "Politica disastrosa che indebolisce gli Usa" - Affaritaliani.it