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Politica
Governo Conte ter lontano. Pd e M5S "preoccupati". Inside
(fonte Lapresse)

Confronto aperto sul programma, come ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, l'esploratore di Sergio Mattarella, al termine della seconda giornata di consultazioni tra i partiti dell'ex maggioranza alla Camera. Ma ancora nulla di nuovo sul nome del premier. In sostanza, ad oggi, Italia Viva non ha sciolto la riserva sull'eventuale veto su Giuseppe Conte. Pd e M5S, al di là delle rassicurazioni ufficiali, sono "preoccupati". Il timore è che Matteo Renzi stia cercando di cuocere a fuoco lento Conte.

Al momento, vedremo dopo il prossimo giro di consultazioni, l'ipotesi più probabile è che Fico martedì salga al Quirinale dal Presidente per riferire che c'è una possibile condivisione sul programma di governo ma non ancora sul nome del presidente del Consiglo. A quel punto, Mattarella potrebbe fare l'ultimo tentativo e dare un pre-incarico a Conte con il rischio di bruciarlo definitvamente.

"Se mettono il veto su Conte salta tutto", ammette un senatore Dem. Ma anche sui punti dell'eventuale patto di legislatura non mancano le frizioni. Ai renziani non è piaciuta affatto quella netta chiusura di Vito Crimi sul Mes. E se Italia Viva non accelera sui 36 miliardi di euro del salva stati per la sanità (non dice o Mes o niente), dimostrandosi quindi dialogante e conciliante, poi preme per la revisione del reddito di cittadinanza e per il Ponte sullo Stretto, mettendoli tra i punti chiave del programma. Esattamente due temi molto delicati per i 5 Stelle e che, se accettati, rischiano di gettare benzina sul fuoco facendo crescere la fronda guidata da Alessandro Di Battista.

Insomma, non mancano i timore tra i Dem e tra i grillini che Renzi stia giocando ad alzare la posta tra stop and go sul programma per poi lanciare l'affondo finale bocciando il premier dimissionario. E se salta davvero Conte? Difficile arrivare a un altro presidente del Consiglio con questa maggioranza. Il Pd si è esposto troppo sul nome di Conte e i 5 Stelle andrebbero incontro al pericolo di implodere ullteriormente. Senza contare che i cosiddetti 'costruttori-responsabili', anche se non sufficienti per sostituire Iv, esistono proprio perché in campo c'è Conte.

Due le soluzioni se non si arriva al Conte ter. La prima, quella più probabile, porta alle larghe intese tutti dentro (tranne Giorgia Meloni) con un esecutivo guidato da Mario Draghi o da Marta Cartabia. La seconda, quella meno probabile, è un governo elettorale che approvi subito in Parlamento i decreti urgenti (primo fra tutti i nuovi ristori) per poi andare alle elezioni tra maggio e giugno, prima dell'inizio del semestre bianco.

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