Politica

Toghe, Crosetto tra stop and go: prima spara e poi sente Santalucia

Di Giuseppe Vatinno

Cosa c’è dietro l’agire ondivago di Crosetto? Sta arrivando un’ondata giudiziaria sul governo da parte di un settore specifico della magistratura?

Caso Crosetto e giustizia, qual è la strategia del ministro? Il commento 

Cosa c’è dietro l’agire ondivago e apparentemente incerto del ministro Crosetto dopo la sua intervista al Corriere della Sera in cui diceva di aver avuto sentore che stesse arrivando un’ondata giudiziaria sul governo da parte di un settore specifico della magistratura? Un'uscita forte e da un certo punto di vista coraggiosa, dati i rapporti conflittuali tra politica e giustizia. Chi si aspettava che l’uscita la facesse un esponente di Forza Italia è stato però deluso, perché l’ha fatta invece il ministro della Difesa, ma soprattutto membro di Fratelli d’Italia che oltretutto è storicamente un partito giustizialista e che esprime anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ex magistrato.

Giorgia Meloni ha più volte detto e ribadito di essere entrata in politica dopo le stragi di Falcone e Borsellino e una impronta fortemente giustizialista ce l’aveva anche l’MSI di Giorgio Almirante. La battaglia contro i magistrati è invece stata condotta storicamente, se così possiamo dire, da Forza Italia e specificatamente da Silvio Berlusconi. Dunque una ipotesi logica è che si tratti di un “pericolo imminente”, intendendo con questo termine il fatto che non si tratterebbe di una strategia ma di semplice tattica per qualche rinvio a processo o qualche nuovo avviso di garanzia che potrebbe colpire qualche membro del governo.

Ad esempio, si fa il nome del ministro Daniela Santanchè (ma sono tutte speculazioni) che da qualche giorno non è più la coordinatrice di FdI in Lombardia. Si tratterebbe dunque di un “mettere le mani avanti” preventivo su possibili esiti giudiziari. Una strategia rischiosa ma non di attacco immediato. Infatti Crosetto, dopo le molte polemiche scoppiate, ha fatto subito marcia indietro aprendo ad un incontro con il presidente della Anm Giuseppe Santalucia, che in mattinata di ieri aveva giudicato “molto gravi” le parole del ministro. I due si sono sentiti telefonicamente.

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Santalucia a Otto e mezzo su La7 ha detto: "Il problema è proprio qui e cioè che nell'intervista di domenica mattina la cosa è invece ben diversa (da quanto affermato poi da Crosetto, ndr): si trattava di magistrati che si concertavano tra di loro per usare i poteri giudiziari al fine di fare opposizione al governo. Questo è inaccettabile e inquietante, in buona sostanza è un'accusa di eversione. Gli ho cercato di spiegare le ragioni della mia inquietudine, perché dare una notizia di questo genere alla pubblica opinione ovviamente ha un impatto fortissimo. I magistrati sono al servizio del Paese, pienamente fedeli alla Costituzione e rispettosissimi delle istituzioni dello Stato. Crosetto mi ha detto velocemente che ci incontreremo e che comunque la sua intenzione non era accusare la magistratura di preparare delle azioni dolose per aggredire il governo. Credo che qualcuno gli abbia riferito qualche notizia o frase espressa in qualche convegno, ma i convegni sono altro, un dibattito giuridico sugli equilibri politico-istituzionali”.

Dunque Crosetto recita una doppia parte o si è trovato veramente spiazzato dalla notizia giuntagli di un “complotto” da parte di toghe rosse? Questo non lo possiamo sapere ma il ministro non va in giro disarmato e brandisce la clava della riforma della magistratura che -come detto- tradizionalmente brandiva Forza Italia che questa volta è defilata e sembra fare da paciere. Si potrebbe dire che è in corso una trattativa Governo - Magistratura? Forse sì, ma essendo una notizia pubblica perde di forza qualsiasi ipotesi di accordi “segreti” e blocca sul nascere ipotesi complottiste.

Che la magistratura sia in un certo senso “politicizzata” è un dato di fatto confermato dall’esistenza delle correnti interne. Ad esempio, Area e Magistratura democratica sono di sinistra, Magistratura indipendente di destra, Unità per la Costituzione si Centro. Le dinamiche tra magistrati e politici sono tradizionalmente molto complesse a partire dalla stagione di Mani Pulite e dell’esilio di Bettino Craxi ah Hammamet. Del resto il conflitto tra potere esecutivo/legislativo e giudiziario non giova al Sistema Paese e soprattutto ai cittadini che non hanno una grande considerazione delle Istituzioni. Per questo potrebbe essere la volta buona per risolvere un conflitto che trattiene energie ed impedisce il libero dispiegarsi -pur sempre nelle regole- della enorme forza produttiva italiana, si veda ad esempio il settore infrastrutturale.