Il dottor Guido triturato nel teatrino capitolino - Affaritaliani.it

Politica

Il dottor Guido triturato nel teatrino capitolino

di Giuseppe Vatinno

Guido Bertolaso è stata una meteora politica che ha (debolmente) illuminato per qualche mese i cieli della Capitale d’Italia con imprevisti riflessi nazionali, ma in questo pur breve e ristretto intervallo temporale è riuscito a dare di sé una immagine poco edificante non solo per lui ma per la credibilità già scarsa della politica. Il “Dottor Guido”, come lo chiama Silvio Berlusconi, nasce a Roma nel 1950; nel 1977 si laurea in medicina a Roma e si specializza in medicina tropicale a Liverpool, in Inghilterra. Da allora inizia il suo impegno in Africa, nel campo fecondo dell’assistenza umanitaria sotto la potente stella della Farnesina; il “Dottor Guido” fa carriera sia in Patria che fuori. Nel 1996 e nel 1997 raggiunge un incarico prestigioso: diviene capo del Dipartimento della Protezione civile sotto il primo governo di Romano Prodi. Diviene poi vice commissario al grande Giubileo del 2000, sotto Francesco Rutelli sindaco di Roma mentre anche l’ Onu è ben disposto nei suoi confronti facendolo divenire vice direttore dell’ Unicef.

Il Giubileo va bene e Bertolaso viene richiamato da Silvio Berlusconi nel 2001 nuovamente nel ruolo apicale della Protezione civile; nel 2006 viene richiamato da Prodi a gestire l’emergenza rifiuti in Campania dimettendosi dopo le polemiche con l’allora Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio per via di una prevista discarica in un’oasi del WWF e nel 2008 nuovamente Berlusconi lo nomina sottosegretario ai rifiuti, mentre nel 2009 diviene commissario straordinario per la gestione del dopo terremoto in Abruzzo. Nel febbraio 2010 ha un avviso di garanzia per la gestione degli appalti del G8 che si doveva tenere alla Maddalena e che fu poi spostato all’ Aquila; la vicenda è complessa e la presenza di una massaggiatrice coinvolta non aiuta la sua immagine pubblica.Nel novembre 2010 annuncia di voler andare in pensione.

Dagli ozi familiari è inopinatamente tratto il 12 febbraio 2016, data in cui viene designato da Berlusconi, Salvini e Meloni candidato sindaco di Roma per il centro – destra. In realtà, nel pre – teatrino iniziale compare anche una non meglio precisata “nipotina” il cui stato di malattia non permetteva al “Dottor Guido” di occuparsi del gravoso impegno; fortunatamente la nipotina guarisce improvvisamente in una settimana e tutto è pronto per il gran rientro. Da allora, fino al 28 aprile, quindi due mesi e mezzo, il “Dottor Guido” è al centro di un balletto politico che ha le caratteristiche di una farsa teatrale in cui avviene tutto e il contrario di tutto. Bertolaso, subito dopo l’investitura, comincia cossighianamente ad “esternare” sui Rom che definisce “storicamente vessati”. Salvini non ha altra possibilità che prendere immediatamente le distanze visto che uno dei brand della Lega è proprio all’ antirommismo militante.Dopo un po’ Salvini si sfila e Marchini, “libero dai partiti”, comincia a fiutare l’aria e che magari qualcuno se lo prende (degli odiati, a parola, partiti). Ed ecco dunque che l’imprenditore “calce e martello” comincia ad ammiccare a Salvini giungendo pure a vincere le gazebarie con toni apocalittici da più realista del re sui Rom (come staccare l’acqua ai campi) e sicurezza, che farebbero la felicità di Heinrich Himmler, altro che moderato.

Nel frattempo la Meloni sente puzza di bruciato e non vuole restare con il cerino in mano e abbandona anch’ essa il “signor Guido” ma Marchini non gli piace perché (giustamente) non lo reputa esattamente un “passionario nero”.Dopo un po’quindi scende in campo, nonostante che sia incinta e costruisce una alleanza con il capo Leghista lasciando il “signor dottor Guido” da solo con l’ ex Cavaliere. Bertolaso continua a collezionare una serie storica di gaffes, dal Tevere navigabile al fatto di definirsi molto amico di Rutelli e Giachetti, alla moglie che “voterebbe Giachetti”.

Non è stato aiutato neppure dal ricordo di una sua dichiarazione del 2008 in cui voleva far “saltare in aria” Ponte Sant’ Angelo per arginare una piena del Tevere.

(http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/11/g8-bertolaso- nel-2008- per-la- piena-del- tevere-pensammo- di-far- saltare-ponte- santangelo/2211430/)

Con il pericolo Isis ci mancava pure il bombarolo romano, avranno pensato gli increduli cittadini rimani che pure ne hanno viste tante. Il resto è cronaca quasi odierna: dopo molti tentennamenti e lotte interne tra uomini – azienda (come Fedele Confalonieri che oggi si sfoga sul Corriere della Sera) e “cerchi magici” più o meno femminili (che però ad Arcore sono molto ascoltati) Berlusconi molla Bertolaso e sceglie Marchini (che poi era il suo candidato iniziale). Francesco Storace, che in questa rappresentazione sarebbe uno dei pochi di “destra” autentica , si arrabbia di brutto con l’ ex camerata Meloni e pur di farle dispetto si “butta a sinistra” con Marchini.Ricorda un po’ quei mariti che per fare dispetto alla moglie si tagliano le glorie…

Nel frattempo, lo “scaltro Arfio” dall’accento sornione milanese (a proposito, fategli lezioni di dizione romana un po’ come Renzi ha fatto con l’inglese) capisce che Salvini non se lo fila più e che l’ “ammore” è già finito e dunque cambia immediatamente look sguinzagliando l’ ossequiente Alessandro Onorato, l’ “Ostia boys” , uomo di Veltroni, noto per essersi girato molti partiti nonostante la giovane età contro il “signor Guido”

(http://www.affaritaliani.it/roma/alessandro-onorato- ecco-chi- il-delfino- di-marchini- 416669.html) (http://www.affaritaliani.it/politica/marchini-418918.html)

Onorato richiede il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) per Bertolaso: http://www.romapost.it/onorato-bertolaso- tso-elezioni/ salvo cambiare completamente idea quando capisce che c’è ancora qualche possibilità che Berlusconi si accatti Marchini: http://www.iltabloid.it/blog/2016/03/30/onorato-lista- marchini-meloni- non-arriva- neanche-al- ballottaggio/

Insomma, se tanto ci dà tanto, il “nuovo che avanza” ricorda molto da vicino il “vecchio che non indietreggia” quanto a scarsa considerazione della coerenza e degli elettori. Che dire di quanto è andato in onda in questi due mesi e mezzo? Una prima considerazione è politica: Berlusconi va alla guerra contro Salvini e Meloni perché il vecchio leone non vuole cedere la leadership del centro – destra senza combattere. La seconda è che forse ha ragione anche Salvini quando dice che Berlusconi “tiene famiglia” e che tale famiglia si chiama Mediaset e che non vuole irritare Renzi. La terza è che, come dice giustamente Fini (amico intimo di Pierluigi Scibetta che sistemò all’Eni e che è il padre di una candidata della Lista Marchini, Maria Beatrice) seguito dal gongolante Casini “si sta ricostruendo il centro”, quel terzo polo su cui entrambi, insieme a Rutelli (a proposito, che farà?), avevano puntato nella XVI Legislatura. In questa vicenda chi ci perde umanamente è però sicuramente il “signor dottor Guido” che ha mostrato un atteggiamento ed una considerazione di sé e degli elettori che lascia esterrefatti. Il suo passato, nel bene e nel male, meritava qualcosa di più che questa sua ultima recita nel vituperato “teatrino della politica”. Attendiamo malinconici ricicli alla corte di “sor Arfio in una fantomatica “unità di crisi metropolitana”…