Il Grillo Parlante non basta più: la sfida Conte-Di Maio richiede un congresso - Affaritaliani.it

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Il Grillo Parlante non basta più: la sfida Conte-Di Maio richiede un congresso

Di Lorenzo Zacchetti

Il post del fondatore del M5S non pare bastare a rimettere pace tra i due contendenti. Anzi, serve pure una "interpretazione autentica" per spiegarne il senso!

Caos nel M5S: l'intervento dell'Elevato va persino spiegato...
 

Il post con il quale Beppe Grillo prova a rimettere pace nel Movimento Cinque Stelle non è certo un capolavoro di efficacia, al punto che per darne una "interpretazione autentica" serve persino un comunicato stampa ex post. “Se i ‘dimaiani’ leggono le parole di Grillo come l'offerta di proporsi come mediatore, un po' come fece Di Maio quando Grillo e Conte erano ai ferri corti, al contrario i ‘contiani’ affermano che la lettura corretta del post sia quella di quella accetta che la ‘sola voce’ del Movimento Cinque Stelle sia del suo leader e quindi di Giuseppe Conte. Anche lui sicuro di questa seconda lettura, tant’è che Conte ha messo un suo ‘like’ al post di Grillo”, si legge sull’Ansa. 

Una notevole confusione, per usare un eufemismo, ma non inferiore a quella generata dalle precedenti frecciate di Grillo a Conte, tacciato di mancanza di “visione politica” e poi di essere “l’uomo dei penultimatum”. Certamente è Di Maio a uscire meglio dalla turbolenta vicenda del Quirinale, forte di un evidente controllo sui parlamentari che lo hanno seguito nel voto per Mattarella e anche dello stretto legame con Elisabetta Belloni, che facendosi fotografare a pranzo con lui subito dopo l’indelicato trattamento ricevuto nella scelta del Presidente ha fatto chiaramente capire da che parte sta. E quindi da che parte non sta. 

Il brutto spettacolo che la politica ha dato di sé nella rielezione del Presidente ha lasciato evidenti strascichi in tutti i partiti: ovunque si giri lo sguardo, ci sono leadership e alleanze rimesse in discussione. Proprio il Movimento Cinque Stelle, tuttora il gruppo parlamentare più ampio, sembra anche quello più turbato dagli eventi. 

La sfida tra Conte e Di Maio è ormai alla luce del sole, come dimostra anche la strana vicenda dell’hashtag #DiMaioOut, inizialmente attribuito a un complotto mediante bot e poi rivendicato da un elettore deluso, proprio su Affari Italiani. Altrettanto curiose sono le modalità con le quali Beppe Grillo prova a mettere pace tra i due contendenti: il già citato post nel quale “l’Elevato” invita “i figli” a non “dissolvere il dono del padre nella vanità personale”. Una specie di supercazzola, seguita da agenzie che ne fanno l'esegesi.

Il tutto su uno sfondo che vede diversi protagonisti di questa vicenda alle prese con guai giudiziari (ovviamente tutti da chiarire) e uno scenario politico clamorosamente frammentato, nel quale le sirene centriste potrebbero accelerare quella rottura definitiva che sembra intravedersi all'orizzonte e che difficilmente Grillo riuscirà a ricomporre. Quantomeno con questo tipo di interventi, che necessitano di decrittazione ex post. 

Mi rendo conto che per i sostenitori del “non partito” possa sembrare una provocazione, ma se fosse giunta l’ora di fare finalmente un congresso che decida la linea del M5S per il prossimo futuro?

 

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