L'Italicum e i politici tapis roulant
Di Ernesto Vergani
Dopo il via libera della Camera alla terza e ultima fiducia posta dal Governo sull'Italicum e in attesa della votazione finale di lunedì, per come si stanno mettendo le cose, l'Italia e gli italiani dovranno accogliere quanto voluto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Certo ci vuole coraggio per cambiare e l'Italia va cambiata. Le riforme si fanno con le leggi e il bicameralismo perfetto rende immobile il Paese. Per molti commentatori il Paese però si può ritrovare a fare un salto mortale con la riforma del Senato e la legge elettorale (Italicum).
Secondo Michele Ainis, "l'Italicum determina l'elezione diretta del premier consegnandogli una maggioranza chiavi in mano" (Corriere della Sera di oggi). In sostanza la riforma elettorale si tradurrebbe in una riforma costituzionale, fatta però con legge ordinaria e non costituzionale appunto.
La riforma del Senato sarebbe una sorta di spostamento d'accento. Principi della democrazia liberale, come l'elezione diretta dei rappresentanti del popolo (del territorio) al Parlamento e il federalismo, sono pressoché assenti.
Non dovrebbe esserci deriva verso il partito unico e l'uomo troppo potente, ma sempre Ainis scrive: "Il costituzionalismo alleva una ragione scettica, diffidente nei confronti del potere. Perché ha esperienza dell'abuso, sa che l'uomo troppo potente diventa prepotente."
Di sicuro il potere è (anche) fine a se stesso. Le logiche con cui si auto-alimenta sono tanto più oscure in un Paese cattolico come l'Italia e quindi "ipocrita" nel senso etimologico (sinonimo sostanzialmente di "attore"). E Matteo Renzi e i suoi boys and girls rappresentano (anche) una nuova forma con cui i cattolici escono dalla sagrestia. (Una sorta di superamento, quasi di sintesi inconsapevole, della annosa battaglia tra Azione cattolica e Comunione e liberazione).
Ciò che più infastidisce è il contorno del potere. I politici yes man o uomini tapis roulant per cui basta andare nella direzione del potere e tu comunque ci guadagnerai. Logica questa che può assumere caratteristiche grottesche nell'epoca della comunicazione, del marketing della politica, della programmazione neuro linguistica e via discorrendo.
Come infastidiscono i giornalisti falsamente critici (in realtà adulatori) e frasi vagamente minatorie. "Non affrontiamo questo passaggio per via disciplinare" - ha sostenuto un esponente del Pd circa lo strappo della minoranza. In questi giorni la minoranza del Pd, a partire da Pier Luigi Bersani e Stefano Fassina, hanno posto l'accento sulla democrazia, meno su due elementi essenziali di essa: individuo e libertà.