Politica
Lavoro, Forza Italia: "La proposta della Lega? E' meno efficace di altre iniziative più mirate"
Cattaneo: "Giorgetti dovrà esprimersi sulle coperture". Intervista

"Dobbiamo aumentare l'indice della produttività delle nostre aziende"
"L'obiettivo di alzare i salari è un chiaro obiettivo di questo governo e rispetto alla demagogia e a soluzioni semplici come il salario minimo, che rischia di abbassare la media degli stipendi medio-bassi, noi lavoriamo a soluzioni concrete". Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di Forza Italia, intervistato da Affaritaliani.it, commenta la proposta di legge della Lega sul lavoro.
"La proposta di Durigon va in questa direzione. Però - spiega l'esponente azzurro - la nostra anima liberale sottolinea alcuni fatti. Il primo è che in Italia tutti gli indicatori economici dicono che la vera sfida è la produttività. Noi dobbiamo aumentare l'indice della produttività delle nostre aziende e lo si fa favorendo le aggregazioni, aiutando l'internazionalizzazione come stiamo facendo con la Farnesina con l'ottimo lavoro del ministro Antonio Tajani e la leva fiscale va indirizzata, se si vogliono dare degli incentivi, sulla produttività. Abbiamo già fatto la defiscalizzazione del fringe benefit, abbiamo dato alle imprese la possibilità di negoziare con i propri dipendenti degli aumenti salariali ad hoc, ma vogliamo legarli appunto alla produttività. Utilizzare la leva fiscale e delle coperture che sarebbero piuttosto rilevanti per un tema a pioggia sull'inflazione indicizzata, e già oggi ci sono alcuni parametro che agganciano i salari all'inflazione, rischia di essere secondo noi meno efficace che altre iniziative più mirate".
Cattaneo aggiunge: "La forza del Paese è sicuramente la contrattazione collettiva. Credo anche senza imbarazzi che bisogna dire che in Italia c'è un tema di rappresentanza. Serve una legge su questo tema perché sono fiorite sigle di piccole o piccolissime rappresentanze che non possono avere lo stesso potere contrattuale di chi rappresenta centinaia di migliaia o milioni di lavoratori. E questo è un ulteriore aggravio. Ma la direzione è chiara: contrattazione collettiva e leva fiscale favorendo la produttività, così ci sono gli ingredienti giusti per far salire gli stipendi e far crescere le imprese. Non sfugge però anche il discorso delle coperture su cui Giorgetti, che è dello stesso partito di Durigon, dovrà esprimersi perché bisogna stimare quanto sia oneroso intervenire", conclude il responsabile Dipartimenti di Forza Italia.
LA PROPOSTA DELLA LEGA SUL LAVORO - "L'obiettivo è tutelare il potere d'acquisto dei lavoratori con i salari più bassi e favorire l'occupazione dei giovani, incentivando la contrattazione collettiva, che in questi anni ha permesso di attenuare la gravosità dei bassi salari". Così, al Corriere della Sera, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, spiega la proposta di legge della Lega. "Si tornerà a discutere di salario minimo, e noi non siamo d'accordo - aggiunge - perché svilisce e blocca la contrattazione collettiva, che invece è la strada da percorrere per ridare slancio ai salari". "Non si tratta di legare i salari all'inflazione, ma di tenerne conto nella contrattazione vigente - prosegue - Quasi sempre i contratti collettivi vengono rinnovati con anni di ritardo, poi si chiudono magari riconoscendo un una tantum sul passato ai lavoratori, che così però hanno perso potere di acquisto". Funzionerebbe piuttosto riconoscendo "ogni anno un aumento dei salari contrattuali fino al massimo del 2% con un'inflazione del 3% e oltre, e proporzionati quando questa è più bassa. La compensazione dell'inflazione sarebbe comunque parziale, ma gli aumenti scatterebbero subito, e se ne terrebbe conto nella parte economica del successivo rinnovo contrattuale". "Nelle città e nelle regioni dove l'inflazione è più alta - spiega ancora - ipotizziamo una defiscalizzazione maggiore del welfare e dei fringe benefit aziendali. Non sono le imprese a pagare stipendi più alti, ma lo Stato a incassare meno tasse. Inoltre proponiamo che gli incrementi retributivi nel primo anno siano detassati del 50% rispetto ad ora". Per i giovani "prevediamo contratti a tempo indeterminato per i neoassunti e chi ritorna dall'estero, che, se risolti dall'azienda entro i primi due anni, comportano il versamento di un'indennità pari a tre mesi. Con una flat tax del 5% per i giovani e la decontribuzione per tre anni alle imprese". Cosa ne pensa Giorgetti: "I costi li stiamo valutando. Troveremo soluzioni compatibili".
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