Politica
Lavoro, FdI: "La proposta della Lega? Non è lo stato che alza gli stipendi e no al ritorno delle gabbie salariali, concetto superato da tempo"
Walter Rizzetto, presidente Commissione Lavoro Camera

"Non è la politica o lo Stato che possono esattamente alzare stipendi e salari ma gli aumenti derivano dalla dalla buona contrattazione e dai tavoli tra le parti sociali"
"Tutte le proposte di legge hanno un senso e vanno valutate certamente dalla Commissione ma anche e soprattutto dal ministero dell'Economia e delle Finanze visto che in questo caso c'è un tema di coperture da trovare". Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia, intervistato da Affaritaliani.it, commenta la proposta di legge della Lega sul lavoro spiegata ieri dal sottosegretario Claudio Durigon. "Non vorrei però che si arrivasse a una sorta di ingorgo perché ricordiamoci che c'è la delega salari che è già stata votata dalla Camera nel dicembre 2023 e che sta per terminare il suo iter al Senato. Questa delega salari fornisce uno scheletro di iniziative che permetterà al ministero del Lavoro di varare uno o più decreti su questi temi. Prima di parlare di altro, va quindi terminata la delega salari al Senato. Ricordo anche che c'è da terminare pure l'iter del mio emendamento in risposta alle proposte di salario minimo, presentato dal sottoscritto e votato da tutta la maggioranza come legittima risposta alle opposizioni".
Il presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio aggiunge: "Ho letto con grande attenzione l'intervista al sottosegretario Durigon, la proposta della Lega non è esattamente una scala mobile ma c'è un adeguamento automatico dei salari all'inflazione. Non si parla di aumento automatico quindi ma una percentuale che si avvicina, anche se non è ben chiaro e attendo di leggere la proposta nel dettaglio. Sono punti da valutare bene, soprattutto al Mef, ciò che invece certamente non mi trova particolarmente d'accordo è quando si parla di eventuali differenze territoriali. Mi auguro che non si voglia tornare al concetto di gabbie salariali, superato da tempo ormai".
"E comunque - sottolinea ancora Rizzetto - voglio ricordare che in Italia c'è più del 95% della contrattazione collettiva applicata e non è la politica o lo Stato che possono esattamente alzare stipendi e salari ma gli aumenti derivano dalla dalla buona contrattazione e dai tavoli tra le parti sociali. La politica può agevolare il rinnovo dei contratti, ma non può dare essa stessa un euro in più o uno in meno. Il mercato del lavoro è molto cambiato rispetto a dieci o quindici anni fa: oggi abbiamo lo smart working, il bilanciamento vita-lavoro e non c'è solo il salario ma un sistema completo di welfare aziendale composto da diversi aspetti. Legittimo dunque parlare di aumenti salariali, al netto che la contrattazione non va toccata, anzi agevolata, e non è la sola politica che può aumentare gli stipendi. Ma non dimentichiamoci di aver bocciato la proposta delle opposizioni che parlava di un salario minimo di 9 euro l'ora quando in molti casi è di 13 o 14 e quindi una proposta, quella delle opposizioni, potenzialmente dannosa per i lavoratori. Ci sono contratti che non vengono rinnovati da cinque, otto o dieci anni. Rilancerò la mia proposta che se un contratto scaduto da 24 mesi non viene rinnovato si apre un tavolo al ministero del Lavoro per agevolare la trattativa tra le parti. Si possono in definitiva fare molte proposte, quella della Lega è una di queste e la valuteremo assieme", conclude il presidente della Commissione Lavoro della Camera Rizzetto.
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