Le crisi di Alitalia, Ilva e Stadio di Roma in un paese che chiude gli occhi - Affaritaliani.it

Politica

Le crisi di Alitalia, Ilva e Stadio di Roma in un paese che chiude gli occhi

Daniele Rosa

Le nuove divise di Alitalia, all'insegna del 'poveri ma belli'

Le nuove splendide divise di Alitalia, presentate ieri, rappresentano un po’ lo specchio di un Paese che, fino ad ora, ha preferito chiudere gli occhi di fronte a scelte magari difficili ma risolutorie scegliendo di temporeggiare illudendo se stesso e soprattutto i suoi cittadini.

 

Tre esempi su tutti: Alitalia, Ilva e Stadio di Roma.

 

Alitalia in primis. 

Una compagnia che ha il non invidiabile record di essere, in dieci anni, fallita (quasi) e rinata (mai) ben tre volte. Super manager, realtà straniere, avanti e indietro in una girandola emozionante con sempre due comuni denominatori: debiti e accollo ai contribuenti degli stessi.

Le divise Alitalia. Per un assistente elegante, senza tempo e senza lavoro

Come suonano emblematiche ora, purtroppo, le parole che, nel 2016, un sorridente Luca Cordero di Montezemolo pronunciava nel bel mezzo dell’avventura con Etihad al 49% ‘Continuiamo il rilancio della Compagnia-raccontava ai giornalisti Montezemolo- e in attesa dell’utile previsto nel 2017, stiamo, trasformando ogni singolo settore’. 

E in questa logica veniva rinnovato pure il marketing, veniva lanciata una nuova campagna pubblicitaria e disegnate pure nuove divise, bellissime rosse, verdi e bianche di Ettore Bilotta.

 

Quello che è successo poi lo sanno tutti: debiti, prestiti ponte, messa in vendita ma al momento senza alcun acquirente. Nessuna vuole Alitalia così come è  con tanti dipendenti pur se ben vestiti.

Una cosa però non ci si è dimenticati, ancora una volta, di cambiare: le divise. Ancora più belle, di Alberta Ferretti che orgogliosa dichiara ’sono rivolte ad un assistente di volo elegante e senza tempo’. Se va avanti così pure senza lavoro.

Le divise Alitalia. Un accordo a costo zero

A dire il vero non sono costate nulla, per via di un accordo a costo zero che prevede l’utilizzo del marchio Alitalia per una collezione adatta a tutti. 

Ed allora che male c’è a voler essere eleganti?.

 

Meglio rinnovare le divise che toccare l’oceano di dipendenti che nessun potenziale compratore vuole accollarsi o cambiare le strategie sulle rotte. 

Si ravviva il look al grido ‘poveri ma belli’.

In fondo meglio posticipare le decisioni, lasciarle nelle mani del nuovo Governo. Più opportuno mantenersi sulle spalle dei contribuenti che aprire tavoli sindacali drammatici.

Le divise Alitalia. Le crisi di Ilva e Stadio di Roma

Altro capitolo é l'Ilva, l’acciaieria più grande d’Europa, che al momento macina debiti giorno dopo giorno. Ci sarebbe voluta una riconversione a tutto tondo come fatto in aree similari, Ruhr o Bilbao. Ma si è preferito attendere, mantenere oltre 2500 lavoratori in CIG, e aspettare che il nuovo Governo faccia un difficile miracolo. Senza dimenticare i temi dell’inquinamento e della salute di tutti i cittadini dell’area.

 

 

Alla fine le parole più gettonate sono ‘rinazionalizzazione’ e ’riqualificazione’ che tutto fanno pensare meno ad un ragionamento serio di rilancio che deve passare attraverso scelte occupazionali e industriali socialmente dolorose e complesse. 

Speriamo nell’energia del vicepremier Luigi Di Maio e della sua voglia di prendersi a carico il complesso problema.

 

Terzo e ultimo capitolo è quello dello Stadio di Roma. 

Qui bastano poche parole. Aldilà dei fatti emersi in questi giorni che hanno portato all’arresto di 9 persone e che comunque dovranno essere dimostrati, rimane curiosa la pervicacia della Sindaca Virginia Raggi. Con fiducia continui a pensare alla realizzazione di un’opera così importante senza tener conto degli attori che vi partecipano. A meno che la Raggi abbia informazioni diverse ma, al momento, non sembrano esserci grandi sponsor  dell’iniziativa sempre presenti in opere similari . Qui gli attori che si muovono sul campo sembrano essere finanziariamente un po’ leggeri: l’AC Roma, il costruttore Luca Parnasi e soprattutto il Comune di Roma.

 

Pero’ innesto paese tutto è possibile, pure i miracoli o le spalle dei contribuenti caricate all’inverosimile.