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Politica
Lega, Cantalamessa: "A Napoli in una civica al fianco di Maresca"
Gianluca Cantalamessa
IPA

Dalle comunali a Napoli alle risorse del Pnrr da destinare a tutto il Mezzogiorno. Gianluca Cantalamessa, uno dei tre deputati eletti tra le fila della Lega in Campania, intervistato da Affaritaliani.it, mette in fila le sfide che attendono il suo partito. Da napoletano, poi, non usa mezzi termini nel tracciare il bilancio della giunta del sindaco uscente: “Luigi De Magistris? E’ l’arroganza che poggia sul nulla”. Anche sul governatore Vincenzo De Luca, infine, il giudizio è tranchant: “E’ l’incapacità eletta a sistema”.

Cantalamessa, andiamo con ordine. Con FdI c’è molta tensione. Al Sud, dove il partito di Giorgia Meloni è molto forte, come sono i rapporti?
Rispondo con i fatti. A Napoli con FdI e FI la Lega ha trovato la sintesi e la quadra perfetta nella candidatura di Catello Maresca supportato anche dalle liste civiche per un progetto di rinascita di Napoli. A differenza del centrosinistra che si presenta con quattro candidati a sindaco diversi in contrasto tra di loro, il centro-destra punta unitariamente su Catello Maresca.

Ma la Lega sarà al fianco di Catello Maresca col suo simbolo?
Catello Maresca ha presentato un progetto civico per Napoli appoggiato da tutto il centrodestra, per questo la Lega ha scelto di presentare una lista civica dal nome "Prima Napoli con Maresca Sindaco" perché ha sposato questo progetto preciso e puntuale che mette al centro la città e non la lista di partito. È questa la priorità per la Lega, essere al servizio di Napoli.

De Magistris a Napoli e De Luca alla guida della Regione Campania. Cosa non ha funzionato in questo tandem?
Una città che sembra appena uscita da una guerra civile durata anni. Insicura, sporca, dalla quale i giovani partono, i turisti si perdono e i commercianti sono costretti a vivere la concorrenza di centinaia di abusivi, mentre alcuni quartieri sono completamente abbondati. Se De Magistris, quindi, è l’arroganza che poggia sul nulla, De Luca è l’incapacità eletta a sistema. Esperto nel far pagare agli onesti cittadini, turisti e imprese la sua inesperienza e inettitudine nel gestire lo stato di emergenza. Chiudere tutto, senza se e senza ma, lo sa fare chiunque: basta non avere strategia e visione. E intanto ancora non è stato capace di intervenire veramente sulla sanità.

Passiamo al Pnrr, un’occasione anche per il Sud. Quali sono le priorità su cui puntare?
Grazie all’emendamento firmato dalla Lega, siamo riusciti a garantire che al Sud venga destinato il 40% dei fondi stanziati. L’obiettivo è ridare ossigeno alle infrastrutture, sostenere le imprese e saper guardare ad un’economia sostenibile capace di rivoluzionare il concetto stesso di fare impresa con il genio meridionale, per vedere, finalmente, il Mezzogiorno, tornare a splendere nei prossimi cinquant’anni. 

Nei giorni scorsi, da responsabile del dipartimento Antimafia della Lega, ha presentato una mozione per chiedere al Governo di destinare 2 miliardi delle risorse del Piano al potenziamento delle politiche di contrasto alle mafie.  Una battaglia che però per quanto riguarda la riforma Cartabia si è intestato il M5s. Non le pare?
La mozione a mia prima firma, discussa lunedì alla Camera, intende chiedere al governo il più grande investimento che il Parlamento abbia mai potuto concepire nella lotta alle criminalità. Due miliardi e l’obiettivo di rafforzare tutte le strutture che quotidianamente si occupano di contrasto alle mafie. Dalla Dia alle forze dell’ordine abbiamo gli strumenti: finanziarli ancora vuol dire da un lato dare velocità, dall’altro una capacità di controllo ancora più minuziosa che blocchi sul nascere le infiltrazioni mafiose. Deve sparire completamente il rischio di fare impresa in Italia per paura che la longa manus delle criminalità disturbi e distrugga tutto. Quanto alla riforma Cartabia, la Lega ritiene una priorità riformare la Giustizia. Il referendum sulla giustizia con ben 6 quesiti, presentato insieme ai Radicali, e per il quale sono già state raccolte 350mila firme, è la cifra di una battaglia che non vuole essere e non è politica. L’Italia ha urgente necessità di una giustizia più equa, più veloce. Perché gli innocenti escano prima dal pantano in cui vengono spediti ingiustamente, i colpevoli non abbiano sconti e i processi la smettano di essere una storia infinita.

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