Meloni farà la legge elettorale per blindarsi e tornare premier. In anteprima il piano per mandare in tilt Schlein, il Pd e il Centrosinistra - Affaritaliani.it

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Meloni farà la legge elettorale per blindarsi e tornare premier. In anteprima il piano per mandare in tilt Schlein, il Pd e il Centrosinistra

Indicazione del candidato a Palazzo Chigi sulla scheda e...

Di Alberto Maggi

Ipotesi premio di maggioranza al 42%, difficile che ci saranno le preferenze e possibile abbassamento dello sbarramento per entrare in Parlamento


Siamo solo all'inizio del dibattito sulla legge elettorale che entrerà nel vivo da settembre. Che venga approvato o meno il premierato, e più no che sì visto che la riforma costituzionale si è ormai arenata in Parlamento, l'intenzione dei principali partiti e soprattutto di Fratelli d'Italia è quella di modificare l'attuale Rosatellum, che porta il nome di Ettore Rosato, attuale vice-segretario di Azione.

L'opzione prevalente, stando a quanto emerge dalle numerose chiacchierate informali che Affaritaliani.it ha avuto in questi giorni con deputati e senatori sia della maggioranza sia delle opposizioni, è che si vada verso un sistema simile a quello delle Regionali ma non esattamente uguale. Per le elezioni politiche, in programma nella primavera del 2027 salvo colpi di scena, l'ipotesi è quella di un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza per la coalizione (o irrealisticamente anche il partito o la lista) che ottiene la maggioranza relativa.

Per quanto riguarda la soglia da raggiungere per far scattare il premio di maggioranza, quasi certamente pari al 55% dei seggi a Montecitorio e a Palazzo Madama, potrebbe essere leggermente più alta del 40% di cui si era parlato negli scorsi mesi, intorno al 42%. Questo perché Giorgia Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna a capo del partito, sa perfettamente che il Centrodestra unito nei sondaggi supera il 45% e in questo, con la soglia al 42%, non ci saranno problemi eventuali di incostituzionalità.

Difficilmente spiegano le fonti parlamentari verranno introdotte le preferenze, come alle elezioni europee e amministrative, perché comunque, nonostante gli annunci, poi ai leader dei partiti, soprattutto quelli principali, conviene decidere prima chi saranno i loro fedelissimi in Parlamento. Una cosa è certa, malgrado le resistenze di Forza Italia e Lega, la presidente del Consiglio si impunterà e pretenderà l'indicazione del premier sulla scheda elettorale, come capo della coalizione.

E ovviamente, sondaggi alla mano ma anche i prossimi risultati elettorali (Comunali e Regionali), confermeranno che la premiership nel Centrodestra è di Meloni e di Fratelli d'Italia, senza se e senza ma. Questo meccanismo serve alla premier anche per mettere in difficoltà il Centrosinistra perché Meloni sa perfettamente che oltre alla competizione tra Elly Schlein e Giuseppe Conte all'interno del Partito Democratico la minoranza moderata, liberale, riformista e in molti casi cattolica (che non voterà due dei quattro referendum sul lavoro dell'8-9 giugno) vorrebbe come candidato premier della coalizione l'ex commissario europeo Paolo Gentiloni o Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell'Agenzia delle Entrate vicino al Presidente Sergio Mattarella.

Quindi un'operazione di Meloni per ostacolare le opposizioni e metterle in crisi prima del voto. Infine sulla soglia di sbarramento per entrare in Parlamento potrebbe essere abbassata dall'attuale 3% al 2,5 o anche al 2, ma i centristi di Azione guidati da Carlo Calenda certo non fanno richieste di alcun tipo, sicuro con questo sistema di superare ampiamente lo sbarramento con una coalizione centrista e alternativa ai due schieramenti e il nome di Calenda sulla scheda, avvicinandosi magari più al 10% che non al 5.

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