Politica
Legittima difesa, basta risarcimenti per gli aggressori. Il nuovo ddl di FdI: "La violenza non paga"
Nel testo si legge: "Non può essere riconosciuto un risarcimento o un’indennità alla persona che ha messo in pericolo l’incolumità altrui attraverso una condotta violenta o gravemente intimidatoria"

"La violenza non paga": FdI rilancia la legittima difesa con una stretta sui risarcimenti
È il tema della legittima difesa a tornare al centro del dibattito politico a seguito della presentazione al Senato da parte di Fratelli d’Italia di un nuovo disegno di legge. Il testo del provvedimento non prevede l’abolizione del reato di eccesso colposo, ma si limita a modificare le norme sul risarcimento. In particolare, chiunque minacci con armi o usi violenza non avrà diritto ad alcun indennizzo da chi si è difeso.
Si tratta di un importante passo in avanti per la giustizia italiana, soprattutto dopo la riforma approvata nel 2019 dal governo Conte I, che prevedeva un ampliamento della tutela penale per chi si difende, ma allo stesso tempo continuava a fornire all’aggressore ferito la possibilità di richiedere un risarcimento. Un’impostazione della norma, questa, destinata ad essere totalmente sovvertita dal nuovo ddl di FdI, con il quale si intende escludere i risarcimenti nei casi di eccesso colposo di legittima difesa.
Nel testo, difatti, si può leggere chiaramente: «Non può essere riconosciuto un risarcimento o un’indennità alla persona che ha messo in pericolo l’incolumità altrui attraverso una condotta violenta o gravemente intimidatoria». E ancora: «La violenza non paga». Il testo analizzato da Il Messaggero stabilisce che, anche in caso di eccesso colposo, l’indennizzo venga ridotto per “concorso di colpa”, e non venga previsto nel caso in cui l’autore dell’aggressione operi «consapevolmente, con violenza non lieve alla persona o al patrimonio o con minaccia di armi o di altri mezzi di coazione fisica».
Il disegno di legge, firmato Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di FdI al Senato, insieme ad altri 18 senatori, vuole dunque portare a termine il percorso iniziato con la riforma del 2019, perseguendo con determinazione l’obiettivo di assicurare «maggior equità» anche sul piano civile, conservando intatto però il divieto di esercizio non legittimo della forza.