Letta rischia di riportare il Pd a quella "sinistra di base" già sconfitta - Affaritaliani.it

Politica

Letta rischia di riportare il Pd a quella "sinistra di base" già sconfitta

L'opinione di Gianni Pardo

Chi è anticomunista deve difendersi dal collettivismo moralistico e utopico della sinistra di base e il Pd che è solo di sinistra deve capire dove tira il vento

Tutto questo vale anche nella politica. Può darsi che il comunismo dichiarato sia morto, ma il suo cadavere non ha ancora smesso di puzzare. Dunque chi è anticomunista deve stare all’erta e difendersi dal becero collettivismo moralistico e utopico della sinistra di base (penso al M5S). Ed anche chi non è comunista ma soltanto “di sinistra”, come il Pd, deve capire da che parte tira il vento. Come un tempo si credeva nell’inevitabilità dell’avvento del comunismo (e si sbagliava) oggi forse si dovrebbe credere nella teoria opposta: all’inevitabile insuccesso, alla marginalizzazione, alla fine di quella “sinistra di base”. Naturalmente anche questa seconda profezia potrebbe essere sbagliata, ma concedetemi di svilupparne i corollari.

Vedo il modo come si muove Enrico Letta e ogni giorno scuoto mestamente la testa. Considerata la sua mentalità, l’Italia ha bisogno di una sinistra. E allora è meglio che questa sinistra sia rappresentata dal Pd piuttosto che da Leu o dal Movimento dei “grillini”. Purtroppo, il partito è lacerato dalla lotta fra le ambizioni delle correnti; è tormentato dalla mancanza di idee-forza; è terrorizzato da una deriva inarrestabile verso l’irrilevanza. Per questo sente tanto forte l’esigenza di un rinnovamento. E per questo ha chiamato da Avignone, pardon, da Parigi, un “Papa straniero”. Qualcuno che è estraneo alle nostre beghe, che ha dimostrato di essere disinteressato lasciando Roma, e sperabilmente capace di un rinnovamento luterano della nostra Chiesa corrotta e disorientata.