Politica
M5S: "No al terrorismo di Hamas, risposta di Israele sia proporzionata"
Intervista a Federica Onori, capogruppo in Commissione Esteri alla Camera
"Il “no” al terrorismo deve essere senza se e senza ma. Il “no” ad Hamas deve essere senza se e senza ma"
"Si condivide la condanna ad Hamas e il sostegno ad Israele. Mi fa piacere qui ribadire in cosa consista il nostro “senza se e senza ma”. Il “no” al terrorismo deve essere senza se e senza ma. Il “no” ad Hamas deve essere senza se e senza ma". Lo afferma ad Affaritaliani.it Federica Onori, capogruppo del M5S in Commissione Esteri alla Camera. "Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre sostenuto la necessità di trovare una soluzione equilibrata all'endemico conflitto israelo-palestinese, una soluzione lungimirante, che tenga conto delle istanze di entrambe le parti, costruita all'interno della cornice concettuale del principio: “due popoli, due Stati”. Ecco, ciò premesso ribadisco anche senza esitazioni ed ambiguità che il diritto all'esistenza e il diritto alla difesa di Israele sono aspetti fondamentali di questa visione e non esistono ragioni del passato o del presente che possano far mettere in discussione tali diritti inalienabili. Al tempo stesso, come sottolineato con forza ieri in Aula, in occasione delle comunicazioni del Ministro Tajani, ci si augura che la risposta israeliana risulti proporzionata e in linea con il diritto internazionale, così come con il diritto internazionale umanitario, per quel che concerne soprattutto le operazioni in aree densamente popolate da civili".
L'INTERVISTA
Perché non è stato possibile arrivare a una mozione unitaria di tutto il Parlamento che condanni gli attacchi di Hamas a Israele?
"La condanna c’è stata da parte di tutti. Quello che è oggettivamente mancata - ed è un peccato - è la capacità di fare una sintesi in una visione armonica e condivisa, sullo sfondo di un comune contesto in cui inserire tale condanna. A volte in particolari circostanze, altamente drammatiche e ricche di implicazioni in termini di valori e prospettive di lungo termine, la politica riesce a mettere da parte piccoli, grandi egoismi e calcoli vari, non ultimo rispetto alla sensibilità del proprio elettorato di riferimento. Purtroppo oggi, nonostante la straordinarietà degli eventi, non si sono manifestate le condizioni per lanciare tale messaggio di unità che, pure, avrebbe avuto un senso inviare se tutti avessero fatto un passo nella direzione giusta, con una genuina volontà di venirsi incontro".
Pensa che Israele abbia delle responsabilità, magari storiche, per quanto sta accadendo?
"Come noto la storia del conflitto israelo-palestinese è lunga, complessa e costellata da non poche contraddizioni e circostanze che, per la nostra comune sensibilità di cittadini di un Paese fortunato che non conosce una vera e propria guerra all’interno del suo territorio dal secondo conflitto mondiale, potremmo definire ‘estreme’. Quello che mi sento di ribadire nel contesto, da un punto di vista generale è che noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre sostenuto la necessità di trovare una soluzione equilibrata all'endemico conflitto israelo-palestinese, una soluzione lungimirante, che tenga conto delle istanze di entrambe le parti, costruita all'interno della cornice concettuale del principio: “due popoli, due Stati”. Ecco, ciò premesso ribadisco anche senza esitazioni ed ambiguità che il diritto all'esistenza e il diritto alla difesa di Israele sono aspetti fondamentali di questa visione e non esistono ragioni del passato o del presente che possano far mettere in discussione tali diritti inalienabili. Al tempo stesso, come sottolineato con forza ieri in Aula, in occasione delle comunicazioni del Ministro Tajani, ci si augura che la risposta israeliana risulti proporzionata e in linea con il diritto internazionale, così come con il diritto internazionale umanitario, per quel che concerne soprattutto le operazioni in aree densamente popolate da civili".
Condivide il totale appoggio a Israele degli Usa e dei principali Paesi occidentali tra cui l'Italia?
"Come già reso noto, si condivide la condanna ad Hamas e il sostegno ad Israele. Mi fa piacere qui ribadire in cosa consista il nostro “senza se e senza ma”. Il “no” al terrorismo deve essere senza se e senza ma. Il “no” ad Hamas deve essere senza se e senza ma. Per questo ieri ho evidenziato in Aula come dal terrorismo non possa mai derivare la pace; che terrorismo e pace sono due concetti inconciliabili. E che proprio per questo, a mio giudizio, il reale pacifismo non può mai giustificare condotte come quella di Hamas, ché lo ricordiamo, è un'organizzazione terroristica tra le più pericolose al mondo e soprattutto non rappresenta tutti i palestinesi".