Politica
Manovra, poche risorse per essere forti a Bruxelles. Tasse, famiglia, sanità e rottamazione super-light. I dettagli in anteprima
Obiettivo principale di Chigi e Mef è tenere i conti in ordine

Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti
Legge di Bilancio 2026, i principali punti chiave
All'indomani della presentazione in Consiglio dei ministri del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - che Affaritaliani pubblica integralmente - iniziano ad emergere i particolari sulla Legge di Bilancio per il 2026. Il Dpfp è la cornice della manovra per il prossimo anno, ma mancano ovviamente i dettagli.
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Manovra, l'obiettivo di Meloni di restare entro il limite del 3% del deficit-Pil
Secondo quanto Affaritaliani è in grado di anticipare, da fonti in strettissimo contatto con il ministero dell'Economia e delle Finanze, l'obiettivo principale sia della premier sia del titolare di Via XX Settembre è assolutamente quello di restare entro il limite del 3% del deficit-Pil per non incorrere in altre procedure di infrazione, come in passato, da parte dell'Unione europea proprio ora che i conti pubblici italiani sono tra i più virtuosi dei 27 e nettamente migliori di quelli francesi. Traduzione: le risorse a disposizione saranno limitate.
Manovra, ci sarà il taglio dell'aliquota Irpef fino a 50mila euro lordi. Attenzione per il tema della famiglia
Sicuramente nella manovra ci sarà il taglio dell'aliquota Irpef fino a 50mila euro lordi annui di reddito (e non 60mila come voleva Forza Italia) che costa circa 2,5 miliardi di euro (il tanto sbandierato sostegno al ceto medio). Altro punto chiave sarà la conferma dell'IRES premiale, anche se "semplificata", ovvero una riduzione dell'aliquota dell'imposta sul reddito delle società dal 24% al 20%, prevista per il periodo d'imposta successivo al 31 dicembre 2025.
L'obiettivo dell'esecutivo è quello di incentivare l'incremento occupazionale stabile e l'utilizzo degli utili aziendali per finalità produttive. Altri fondi verranno messi sulla sanità - si parla di circa due miliardi di euro - per nuove assunzioni di infermieri e medici, per un ritocco al rialzo degli stipendi e per abbattere ulteriormente le liste d'attesa. Infine grande attenzione, spiegano fonti vicinissime al Mef, al tema della famiglia e quindi il principio del quoziente familiare diventerà cardine per premiare i nuclei familiari più numerosi con alcune peculiarità come ad esempio la presenza di minori con disabilità e anche le famiglie monogenitoriali (ma non per divorzio o separazione ma per la morte di padre o madre dei figli).
Manovra, ci sarà una rottamazione "light" e verrà confermato l'assegno unico. Incognita pensioni
Delusione, invece, in arrivo per la Lega. Non si sa bene come sarà la rottamazione chiesta a gran voce da mesi da Matteo Salvini, ma sicuramente le risorse a disposizione saranno pari a circa 500 milioni di euro, forse anche meno. E quindi sarà una rottamazione molto 'light', probabilmente inferiore anche all'ipotesi uscita qualche giorno fa di 96 rate in otto anni. Sulle pensioni, per concludere, è ancora tutto in alto mare e la proposta del leghista Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, di uscire dal lavoro a 64 anni utilizzando il tfr o parte di esso non convince moltissimo gli alleati e soprattutto dovrà essere a costo zero. Confermati sia l'assegno unico (20 miliardi di euro all'anno) sia l'indicizzazione delle pensioni all'inflazione da gennaio 2026 (anche se sarà un aumento veramente molto modesto).
Lo sforzo principale di Meloni e Giorgetti è quindi quello di restare già nel 2025 e non il prossimo anno entro il 3% del deficit-Pil che, spiegano fonti qualificate, sarebbe un risultato "straordinario" sia per i mercati e quindi lo spread (e di conseguenza il costo degli interessi sui titoli di Stato) sia per le relazioni con Bruxelles. In sostanza, più Roma ha in conti in ordine, vista anche il disastro finanziario di Parigi e di Macron, più può fare la voce grossa in sede Ue.