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Politica
Governo, asse filo-Ue Meloni-Giorgetti-Calenda. Malumore nella maggioranza

Governo, malcontento dietro le quinte in Forza Italia e Lega


Tensione dietro le quinte nella maggioranza. Palpabile. Percepibile parlando diversi deputati di tutti i partiti del Centrodestra, ma in particolare di Lega e Forza Italia. L'impressione, forte, è che Giorgia Meloni si sia impegnata prima delle elezioni - anche con la sponda del Quirinale - con Washington e Bruxelles su tutta una serie di temi (dal sostegno anche militare incondizionato all'Ucraina fino alla tenuta dei conti pubblici) che man mano che si avanti, e con il testo della Legge di Bilancio in mano, fa emergere il malcontento tra molti parlamentari. La parziale marcia indietro di ieri della premier sul Pos e sul tetto di 60 euro, che potrebbe scendere, non è piaciuta a una fetta di Lega e Forza Italia.

Ma - spiegano fonti qualificate - i limiti vengono stabiliti dall'Unione europea e fanno parte di quegli obiettivi da rispettare legati al Pnrr. E quindi, probabilmente, come aveva scritto Affaritaliani.it, ci sarà un abbassamento del tetto (se non un ritorno a 30 euro almeno 40 o 45). Politicamente siamo di fronte a un asse solido del rigore, quasi draghiano, rappresentato da Meloni, dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, da una parte importante di Fratelli d'Italia e che gode anche dell'appoggio esterno di Carlo Calenda e di Matteo Renzi. Anche sul Pnrr non ci sarà alcun stravolgimento, ma come ha spiegato questa mattina il ministro Adolfo Urso una "seria" e "cordiale" interlocuzione con la Commissione Ue per cercare di velocizzare l'iter e modificare alcuni obiettivi.

La manovra ha sicuramente lasciato l'amaro in bocca agli azzurri di Silvio Berlusconi che, ad esempio sull'innalzamento delle pensioni minime, si aspettavano molto più coraggio. Per non parlare del Carroccio che si è dovuto accontentare del tetto fino a 85mila euro per la flat tax per gli autonomi (in campagna elettorale si parlava di 100mila euro) e soprattutto di un riformina (molto ina) delle pensioni per il 2023 (Quota 103 che non la Quota 41 promessa). D'altronde Giorgetti, appoggiato da Meloni e dai suoi e con il sostegno del Colle, ha preso impegni molto precisi con Bruxelles e, come dimostra lo spread sotto controllo e sotto quota 200 punti, il rigore e la tenuta del conti pagano. Restano però i mal di pancia nella maggioranza che potrebbero sfociare con emendamenti non concordati con il governo. E in questo caso l'asse con Calenda e Renzi serve proprio per bloccare eventuali blitz di leghisti e azzurri in Aula. 

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