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Politica
Giorgia Meloni leader piace anche a sinistra?
Giorgia Meloni (Lapresse)

Meloni uno dei più accreditati aspiranti alla poltrona di Palazzo Chigi

Uno degli ultimi in ordine di tempo è stato il redivivo Michele Santoro che in tv ha elogiato la posizione coerente della Meloni nei confronti dello scriteriato attacco della Russia all’Ucraina. Ma prima di lui, Travglio, Cazzullo firma non certo di destra del Corriere della Sera, l’Huffington post, il Domani di De Benedetti e il Foglio di Cerasa hanno scritto editoriali tutt’altro che negativi sulla leader di Fratelli d’Italia. Per non parlare del vecchio Fausto Bertinotti, che ha avuto modo di apprezzarla come sua vicepresidente della Camera dal 2006 al 2008, che l’ha definita corretta e leale sulla guerra in Ucraina.

Insomma, negli ultimi mesi si assiste ad un fiorire di elogi per la Giorgia nazionale. Tutto questo malgrado sia alla guida di un partito convintamente di destra, che quasi tutti i sondaggi indicano ormai come primo partito italiano. E qui forse sta la grande sorpresa e novità, perché da sempre la destra in Italia ha rappresentato un partito tutto sommato di minoranza e marginale, e quindi non pericoloso per certa intellighenzia di sinistra dominante. Ora invece persino il leader del partito democratico Enrico Letta sembra essere caduto in una sorta di idillio con la terribile ragazza della Garbatella.

Riconoscimenti che arrivano da più parti e che mostrano ormai un’autorevolezza che la pongono come naturale leader della coalizione di centrodestra, al di là di quello che possono dire i freddi sondaggi. Se, infatti, il segretario della Lega sembra non essersi più ripreso da quell’appannamento iniziato con il voto per la presidenza della Repubblica, Meloni sta invece portando avanti un preciso percorso di autoaffermazione sia in Italia sia, soprattutto, all’estero.

In Europa, grazie all’incessante lavoro diplomatico del suo delfino Raffaele Fitto, è diventata presidente del partito dei conservatori, che proprio grazie alla sua presidenza è riuscita con grande abilità a rintuzzare il tentativo di Matteo Salvini di uscire dall’isolamento per creare una nuova allargata formazione di centrodestra. Malgrado i suoi sforzi i polacchi di Morawiecki e gli ungheresi di Orban non hanno ceduto alle lusinghe del leader della Lega. Ma è soprattutto negli Usa che la Meloni ha costruito il suo capolavoro, riuscendo ad essere invitata come leader europeo alla più importante conferenza dei repubblicani americani la CPAC.

Il think thank del partito repubblicano americano, l’IIR ha consolidato da tempo una fattiva partnership con la fondazione del partito Fare Futuro presieduta dal senatore Adolfo Urso, presidente del Copasir. In Italia Giorgia Meloni è riuscita a mantenere la barra dritta in tuti i passaggi chiave tormentati della politica in questi ultimi mesi, non perdendo mai di vista il suo Dna e quello del suo partito, nella gestione della pandemia come nella intricata vicenda della elezione del presidente della repubblica. Mentre Lega e Forza Italia non hanno esitato un solo istante ad entrare nell’ammucchiata del governo Draghi, Giorgia Meloni ha resistito alle lusinghe del potere per rimanere isolata all’opposizione.

Questa scelta criticata da molti, sia a destra che a sinistra, alla fine ha pagato, permettendo al partito di consolidare il suo primato nei sondaggi. Ma senza nello stesso farle perdere un briciolo della considerazione conquistata in questi ultimi tre anni. Lo stesso premier certamente non avvezzo a lasciarsi troppo influenzare dalle logiche partitiche, più volte ha mostrato apprezzamento per l’opposizione e le proposte politiche di Fdi.

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