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Migranti, l’Onu bacchetta l’Italia: ”Abbandoni la linea dura sui salvataggi”

Migranti, l’Onu bacchetta l’Italia

L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha ''implorato il governo italiano di abbandonare la sua nuova dura legge adottata all'inizio di quest'anno che limita le operazioni di ricerca e salvataggio dei civili'' e ha chiesto di ''astenersi dal criminalizzare coloro che sono coinvolti nella fornitura di assistenza salvavita''. Così Volker Türk, capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha manifestato preoccupazione per la precaria situazione dei richiedenti asilo e dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale e ha chiesto sforzi per garantire il loro salvataggio rapido e dignitoso. In merito allo stato di emergenza deciso dall'Italia martedì per gestire la situazione dei migranti, Turk ha affermato che "qualsiasi nuova politica nell'ambito dello Stato di emergenza deve essere in linea con gli obblighi dell'Italia in materia di diritti umani". Perché ''la tutela dei diritti umani, come il diritto alla vita e il divieto di respingimento, non possono essere derogate nemmeno durante tali periodi''.

Turk ha quindi elogiato gli sforzi della guardia costiera italiana che da venerdì ha salvato circa duemila persone. "Ora è il momento della solidarietà con l'Italia e di una cooperazione rafforzata per salvaguardare la protezione dei diritti umani di tutte le persone in transito", ha affermato Türk, invitando gli Stati membri dell'Ue a coordinarsi sulla governance della migrazione. "Stiamo assistendo a un forte aumento del numero di persone disperate che mettono a serio rischio la propria vita, non possiamo permetterci di non essere coinvolti in un dibattito su chi sia il responsabile. Sono in gioco vite umane'', ha aggiunto.

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Turk ha quindi esortato gli Stati ad aprire canali di migrazione più regolari, migliorare la condivisione delle responsabilità, garantire accordi per lo sbarco sicuro e tempestivo di tutte le persone soccorse in mare. Inoltre ha chiesto un monitoraggio e una supervisione indipendenti delle politiche e delle pratiche relative alla migrazione. ''L'esperienza ci insegna che l'adozione di una linea più dura sul contenimento dell'immigrazione irregolare non impedirà le partenze, ma provocherà più sofferenze umane e morti in mare. Invece, sarebbe molto meglio che i paesi fornissero percorsi sicuri e regolari per la migrazione e prevenissero morti inutili'', ha aggiunto.

Dl Migranti: stop conversione protezione in permesso per lavoro

Nuova e sostanziale 'stretta' sulla protezione speciale. Il subemendamento della maggioranza (presentato in accordo con il governo ma dalle forze politiche per evitare che si debbano riaprire i termini per la presnetazione di ulteriori subemendamenti) al decreto Migranti, varato dall'esecutivo durante il Cdm svolto a Cutro, prevede innanzitutto un colpo di spugna sulla conversione della protezione speciale in permessi di soggiorno per lavoro. Il primo intervento di modifica previsto dal submendamento della maggioranza prevede infatti: "All'emendamento 7.0.100, dopo l'articolo 7-quater, aggiungere il seguente: '7-quinquies. (Protezione speciale, cure mediche, calamita' naturali e vittime del reato di costrizione e induzione al matrimonio) 1. Al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 6, comma 1-bis, le lettere a), b) e h-bis sono soppresse".

Il Dlgs cui fa riferimento e che si chiede di modificare con la soppressione di alcune disposizioni, sancisce: "Sono convertibili in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, ove ne ricorrano i requisiti, i seguenti permessi di soggiorno: a) permesso di soggiorno per protezione speciale, di cui all'articolo 32, comma 3, del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, ad eccezione dei casi per i quali siano state applicate le cause di diniego ed esclusione della protezione internazionale, di cui agli articoli 10, comma 2, 12, comma 1, lettere b) e c), e 16 del decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251; b) permesso di soggiorno per calamita', di cui all'articolo 20-bis; H bis): permesso di soggiorno per cure mediche". 

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