Politica
Morto Toni Negri, ex leader di Autonomia Operaia. Capanna: ebbe pochi seguaci
Toni Negri è morto a 90 anni, il leader di Autonomia Operaia è deceduto nella notte a Parigi
Morto Toni Negri, storico leader di Autonomia Operaia
Toni Negri, filosofo, politologo, attivista, tra gli anni sessanta e settanta uno dei maggiori teorici del marxismo operaista, è morto a Parigi, dove viveva. A dare la notizia la figlia Anna con un post su Instagram accompagnato da una foto che la ritrae con il padre, cofondatore e teorico delle organizzazioni della sinistra extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. Toni negri era nato a Padova il 1 agosto 1933.
Chi era Toni Negri, leader di Autonomia Operaia
Filosofo, politologo, tra i maggiori teorici del marxismo operaista, Toni Negri è morto oggi a Parigi all'età di 90 anni (era nato a Padova nel 1933). Cofondatore e teorico delle organizzazioni della sinistra extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia negli Anni '60 e '70, Negri fu processato e condannato per insurrezione armata, viveva da anni in Francia dove beneficiò della cosiddetta 'Dottrina Mitterand' sul diritto d'asilo e dove insegnò in diversi atenei. Rientrato in Italia nel 1997 per scontare la condanna definitiva a 12 anni, nel 1999 ottenne la semilibertà. Poi nel 2003 tornò libero.
Morte Toni Negri: Sangiuliano, fu cattivo maestro
“Toni Negri fu un cattivo maestro perché, dopo il ’68, il passaggio dal movimentismo giovanile alla pagina buia degli anni di piombo, con il terrorismo di destra e di sinistra, causò tante vittime innocenti. In termini giuridici, poi, una cosa è l’espressione delle idee, un’altra è la pratica materiale della violenza. Ricordo inoltre che Toni Negri andò in Parlamento con i radicali, prima di rompere con Pannella. Certamente, Negri è stato un cattivo maestro, poi però bisogna valutare la sua vicenda in tutta la sua complessità”. Così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano alla trasmissione di Radio 24 'Amici e nemici – l’informazione della settimana' sulla scomparsa, a Parigi, del leader di Autonomia operaia.
Morte Toni Negri: Luca Casarini, caro maestro resti in mia vita
"Resterai per sempre nel mio cuore e nella mia mente, caro Maestro, Padre, Profeta". Lo scrive su Fb l'attivista e uno dei leader del movimento no-global italiano Luca Casarini, dopo la morte del filosofo Toni Negri. "Caro compagno, caro fratello, resterai nella mia vita. Grazie, per tutto. Per avermi voluto bene, per averne voluto ai miei figli e ai miei compagni. Con immenso amore per Judith, per Anna, Francesco, Nina", aggiunge, pubblicando poi una riflessione di Negri su san Francesco.
Toni Negri: Mario Capanna, 'Cattivo maestro? No un maestro che ebbe pochi seguaci'
''Ebbe cadute violentiste ma non fu un terrorista, quando cercò di creare un'influenza alla Statale di Milano noi prendemmo le distanze in modo netto'' ''Ebbe cadute violentiste ma non fu un terrorista. Predicava l'insubordinazione di massa contro le malefatte del capitalismo ma più che cattivo maestro, un cliché obsoleto, io lo definirei un maestro che ebbe pochi seguaci e quando cercò di creare un'influenza nel movimento studentesco milanese alla Statale di Milano noi prendemmo le distanze in modo netto''. Così Mario Capanna commenta con l'Adnkronos la figura di Toni Negri, morto a Parigi all'età di 90 anni. Leader storico del movimento studentesco negli anni '70 e poi di Democrazia proletaria, Capanna ricorda quando Negri, dopo il 'processo 7 aprile', fu eletto parlamentare nelle liste dei Radicali. ''I deputati del Movimento sociale decisero di organizzarsi per non farlo entrare alla Camera. Noi deputati di Democrazia proletaria ne proteggemmo l'ingresso perché essendo stato regolarmente eletto non stava né in cielo né in terra non farlo entrare, sarebbe stata una prevaricazione antidemocratica. In seguito a questo nostro atteggiamento i deputati Msi desistettero e alla fine non successe nulla''.
Toni Negri: con il saggio 'Impero' è diventato 'il nuovo Marx' no global
Nel 2001 il settimanale "Time" inserì il filosofo tra "le sette personalità che stanno sviluppando idee innovative in diversi campi della vita moderna" A dispetto della nomea di "cattivo maestro" legata agli "anni di piombo", il filosofo Toni Negri ha acquisito notorietà internazionale nei primi anni 2000, grazie al saggio "Impero", scritto con il filosofo statunitense Michael Hardt, divenuto uno dei manifesti del cosiddetto "movimento no global". Nel dicembre del 2001 - a pochi mesi dagli attentati dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e dall'inizio della cosiddetta "guerra al terrorismo" dell'amministrazione del presidente americano George W. Bush - il settimanale statunitense "Time" inserì Antonio Negri tra "le sette personalità che stanno sviluppando idee innovative in diversi campi della vita moderna". Il motivo di questa scelta stava nel clamoroso successo mondiale di vendite e traduzioni di "Impero" (pubblicato con il titolo "Empire" da Harvard University Press nel 2000, apparso in Italia da Rizzoli nel 2002) e dalle recensioni di molte testate giornalistiche che segnalarono il libro come un testo fondamentale nell'analisi della globalizzazione e della storia economica e sociale contemporanea. Definito da alcuni il nuovo "libretto rosso" di diversi movimenti no-war, no-global od alter-mondialisti nati a partire dalla rivolta di Seattle del 1999, "Impero" ha suscitato un grande dibattito teorico: Fredric Jameson della Duke University parlò del saggio come della "prima grande sintesi teorica del nuovo millennio"; il settimanale francese "Le Nouvel Observateur" gli dedicò la copertina definendo nel 2005 Negri "il nuovo Marx", inserendolo tra i 25 pensatori contemporanei più importanti.
Toni Negri e l'ex allievo Hardt sostenevano che il mondo sorto dopo il crollo del Muro di Berlino è il mondo del libero mercato che ha travolto le frontiere dei vecchi Stati-nazione: "la sovranità è passata a una nuova entità, l'Impero, a cui partecipano i vertici degli Stati Uniti e il G8, agenzie militari come la Nato, gli organismi di controllo dei flussi finanziari come la Banca mondiale o il Fondo monetario, e infine le multinazionali che organizzano la produzione e la distribuzione dei beni. L'Impero vuole porsi come fonte della pace e della giustizia". Ma questa nuova entità secondo Negri e Hard avrebbe portato "dentro di sé gli stessi elementi che potrebbero condurlo alla rovina: la moltitudine degli individui che nelle opportunità offerte dalla globalizzazione possono trovare gli spazi per una rivoluzione dell'ordine mondiale".
Dopo "Impero", con la collaborazione di Michael Hardt, Negri ha scritto altri libri molto influenti nella teoria politica contemporanea: "Moltitudine" (Rizzoli, 2004), "Comune. Oltre il privato ed il pubblico" (Rizzoli, 2010), "Questo non è un Manifesto" (Feltrinelli, 2012), "Assemblea" (Ponte alle Grazie, 2018), tutti tradotti in numerose lingue.