Antisemitismo, uno spettro del passato che ritorna troppo spesso - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Antisemitismo, uno spettro del passato che ritorna troppo spesso

Parla Gianluca Pontecorvo, 29 anni, romano, consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) e vicepresidente di Progetto Dreyfus

L'adesivo di Anna Frank diffuso da alcuni ultrà laziali, un fatto che nulla ha a che vedere con il tifo ma sconfina pesantemente nell'antisemitismo, è solo l'ultimo episodio duna una lunga serie.

Negli ultimi anni, infatti, in Italia e in tutta Europa gli episodi di antisemitismo non sono così radi, anzi..aggressioni ( mi viene in mente l'uccisione di tre bambini ebrei a Tolosa nel 2012 o l'uccisione di Ilan Halimie), boicottaggi e campagne d'odio sono diventati tremendamente attuali. Secondo te quali sono i motivi che hanno riportato la nostra quotidianità a confrontarsi con lo spettro dell'antisemitismo?

 

"Le origini dell'antisemitismo sono lontane nel tempo e diverse per matrice.

Esiste l'antisemitismo di destra, quello terzomondista di sinistra, l'antigiudaismo teologico cristiano, fino a quello che viene dal mondo arabo.

Insomma, gli ebrei nel tempo sono stati di fatto sempre il capro espiatorio su cui sfogare il proprio odio, dalla nascita dello Stato di Israele, poi, il fenomeno ha subito una metamorfosi e se prima attaccare un ebreo era libero e consentito, oggi non lo è più e quindi è più semplice attaccare lo stato degli ebrei per non farsi dare degli antisemiti.

Ogni volta che mi viene posta questa domanda mi permetto di citare le parole del Presidente della Repubblica Napolitano che ben spiegano questo fenomeno: "Antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e della sua sicurezza oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele. Quindi No all'antisemitismo anche se si traveste da antisionismo".

Alla base di tutto questo fenomeno c'è una profonda ignoranza di base, preconcetti e luoghi comuni che sfociano in gesti come quelli di domenica. Noi ebrei siamo costantemente davanti ad una durissima sfida: combattere per difendere i nostri valori e tradizioni con l'obiettivo di vivere in modo sereno insieme al resto della società."

 

Quale possono essere le giuste reazioni con cui contrastarlo? Gli stati europei stanno attendendo troppo prima di intervenire?

 

"In italia come in Europa c'è un grande dibattito su come combattere IL fenomeno, dalla legge Mancino alla legge Fiano, passando per la definizione del concetto di "antisemitismo" promossa dall'IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance).

Insomma, gli strumenti per combattere chi ancora nel 2017 promuove l'odio ci sarebbero pure, basta saperli cogliere e volerli mettere in pratica.

Sicuramente però la repressione, che deve essere ad personam e non collettiva nel caso specifico dell'episodio legato ad Anna Frank, da sola non basta e non porta a raggiungere l'obiettivo.

C'è bisogno, quindi, di promuovere la cultura, la conoscenza reciproca, educare i più giovani e raccontare che gli ebrei sono si il popolo della Shoah e che hanno subito 6 milioni di morti, ma che sono anche un popolo vivo e pieno di energia, valori e tradizioni tutte da scoprire."

 

Conta molto anche la "percezione" sbagliata che tanti hanno dello Stato d'Israele? Mi spiego meglio, quanto influisce una certa narrazione che dipinge Israele come uno "stato d'apartheid"?

 

"Israele è uno stato straordinario che in tanti criticano a prescindere senza nemmeno aver idea di quel che dicono. Parliamo di un paese costruito in meno di 70 anni su un'area desertica mentre tutti gli stati confinanti hanno tentato e tentano di distruggerlo, da deserto ad uno stato che è all'avanguardia in tutto il mondo in settori strategici come l' itech, la medicina e l'agricoltura.

Israele è un paese sicuramente imperfetto (quale altro paese può definirsi invece perfetto?) ma subisce pressioni, attacchi e diffamazioni che nemmeno i peggiori stati canaglia del mondo ricevono, basti pensare alle risoluzioni ONU, dell'Unesco, e delle altre agenzie internazionali assoggettate dal voto dei paesi di fede musulmana che di fatto nei numeri dettano legge.

Le bugie su Israele sono le stesse bugie che in passato hanno portato gli ebrei nei forni: ieri gli ebrei erano tirchi, sporchi e governavano il mondo; oggi Israele applica l'apartheid. Peccato siano tutte bugie, lo si chieda per esempio a Salim Jubran, 57 anni, primo arabo ad essere nominato giudice della Corte suprema d'Israele.

Al tempo stesso però chiederei ai palestinesi (e a chi li sostiene) quanti ebrei oggi vivono a Gaza o in West Bank, la risposta è semplice: nessuno."

 

 

Sempre restando focalizzati su questo tipo di narrazione, spesso esponenti del mondo culturale si prestano o danno vita a campagna di boicottaggio contro Israele per sostenere gli arabi della Palestina, cosa ne pensi?

 

"Il boicottaggio è semplicemente l'evoluzione dell'antisemitismo, un odio che si è adattato ai tempi e alle nuove modalità.

Pongo domanda: come mai, ad esempio, non c'è alcun boicottaggio contro l'Iran che giustizia omosessuali e oppositori politici?

E' stato dimostrato come i promotori del movimento BDS troppe volte siano conniventi con i terroristi e che tali movimenti ricevano anche fondi di dubbia provenienza.

Gli uomini di cultura, troppo spesso scambiano l'etica con la propria visione politica, dovrebbero invece avere i giusti anticorpi e rendersi conto di quanto sia vergognoso il gesto di estromettere Israele tout court da qualsiasi situazione, anche e sopratutto dagli ambienti positivi come quelli accademici o sportivi."

 

Progetto Dreyfus, che cos'è e perché è nato?

 

"Progetto Dreyfus, di cui mi onoro di essere il vice presidente e co-fondatore, è un'associazione no-profit che si batte contro l'antisemitismo, il fondamentalismo e ogni tipo di discriminazione.

La nostra mission è osservare e raccontare le vicende, l'attualità e la storia del Medio Oriente per comprenderne i conflitti in corso, destinati a cambiare gli equilibri nel mondo. Tutti i giorni ci occupiamo di diffondere informazioni e materiale utile al dibattito su cultura, scienza, innovazione, tecnologia, turismo, politica e conflitto mediorientale. In sostanza lavoriamo per lo sviluppo di iniziative condivise con altre realtà della società civile su obiettivi e valori comuni sperando un giorno che l'opinione pubblica abbia una visione oggettiva di Israele e l'ebreo non sia più oggetto di odio profondo e indiscriminato."

Giacomo Tamborini