Centrosinistra: Pisapia va in piazza e Renzi perde l'entusiamo - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Centrosinistra: Pisapia va in piazza e Renzi perde l'entusiamo

Se Pisapia va in piazza il primo luglio, non ci va senza problemi d'incomprensione con i suoi alleati.
 
Ci va, infatti, con l'idea di andare oltre la sinistra, ma con una impostazione che non si discosta molto dallo schema caro al "socialdemocratico" D'Alema.
La differenza è che Pisapia vorrebbe lo scioglimento dei gruppi politici organizzati, mentre gli ex scissionisti del Pd non intendono rinunciare a una loro recentissima conquista di autonomia e libertà.
De Mita, si prepara a un incontro pubblico romano, il 4 luglio, per ragionare sul ritorno in campo dei democristiani. Stavolta il vecchio leader irpino articolerà il suo ragionamento con un interlocutore di rango della carta stampata.
Tra De Mita e Pisapia c'è convergenza di vedute: entrambi reputano necessaria la ricostruzione di un'alleanza di centrosinistra, possibilmente riducendo l'instabilità della linea politica di Renzi. Che poi si tratti di un "Nuovo Ulivo" o di un altro modello di organizzazione, non ha molta importanza: sta di fatto che Prodi favorisce questo processo di riorganizzazione, contribuendo in modo gioviale e ruvido a ridimensionare il ruolo del segretario dem. I
n realtà, anche se la congiura anti-renziana avanza a passi lenti, ora ad esempio con qualche sospetto sulla tenuta politica dell'ex sindaco di Milano, oscillante tra vetero-sinistra e neo-Ulivo, non manca al Nazareno un impegno rafforzato a scovare e schivare insidie, con alterne sensazioni sulla possibilità di rompere l'assedio.
 
Tanto movimentismo a sinistra e al centro genera in conclusione la paralisi dell'iniziativa politica di Renzi. Più di un osservatore, dentro e fuori del partito, ha cominciato a notare il blocco della macchina di propaganda del Cerchio magico. Da giorni scarseggiano le parole d'ordine, tutto sembra rifluire nel calderone di una politica del rinvio.
Ma un Renzi senza più l'entusiasmo di una battaglia continua, contro tutto e tutti, in stile aderente alla vocazione rottamatrice delle origini, trasmette un pericoloso senso di vuoto tra le fila dei Democratici. È solo una sensazione?